La moderna agricoltura sta subendo una profonda trasformazione digitale che si avvale del Remote sensing, del cloud computing e del Internet of Things e che ha portato a coniare l’espressione “Smart Farming”.
Una delle principali applicazioni è la gestione e il monitoraggio dell’irrigazione nelle coltivazioni, al fine di limitare il consumo di acqua senza mettere a rischio il raccolto e le piante.
La valutazione dell’umidità del suolo tiene conto della umidità superficiale ovvero dell’acqua che è contenuta nei 10 cm superiori del suolo, mentre l’umidità del suolo nella zona radicale rappresenta l’acqua disponibile per le piante, che generalmente è collocata nei primi 200 cm di suolo. L’umidità del suolo condiziona numerosi processi negli ambiti dell’idrologia, della agronomia e della climatologia che sono fondamentali per una vasta gamma di applicazioni su scala regionale o locale.
Le misure di umidità del suolo possono essere realizzate per mezzo di strumenti quali ad esempio l’osservazione satellitare. Le misurazione in situ si avvalgono dell’impiego di tensiometri oppure di sensori che rilevano la resistività del suolo o che impiegano la time domain reflektory.
Diverso è il funzionamento del telerilevamento, basato sulla misura delle radiazione riflessa o emessa dai corpi differenti, che consente di stimare l’umidità del suolo su vasti domini spaziali con una accuratezza dipendente dalle specifiche del sensore collegato collocato sul satellite e dai valori dei parametri adottati nell’ applicazione degli algoritmi di recupero e della copertura del suolo.
In una fase climatica avversa, in cui il consumo di acqua deve essere monitorato con attenzione a causa della crescente siccità, l’adozione di questi strumenti diventa di grande attualità. Gli investimenti tecnologici, in questo caso, sono a beneficio non solo dell’impresa agricola, ma di tutta la collettività, e come tali meritano un finanziamento pubblico per sostenerne il costo.