La spesa con il WWF? E’ virtuale e ‘verde’

Quanta acqua nascosta mettiamo nel piatto? E quanta anidride carbonica hanno emesso i cibi che mangiamo? Per saperlo, basta fare la spesa con l’applicazione web inaugurata dal WWF alla vigilia delle vacanze. ‘La natura ti presenta il conto’ è lo slogan coniato dall’associazione del panda per la nuova versione del portale www.improntawwf.it , un carrello della spesa virtuale che accompagna il consumatore tra i banchi di un supermercato on line e lo guida nella scelta di prodotti a basso impatto ambientale. Dopo aver riempito il carrello con la propria spesa settimanale, si ottiene dalla cassa uno scontrino che indica il prezzo ‘ambientale’ degli acquisti, vale a dire l’acqua e le emissioni di CO2 necessarie per produrli: una sorta di pagella della sostenibilità ambientale dei consumi, abbinato a un manuale di ‘economia domestica’ verde.

Il calcolo dell’impronta idrica si aggiunge a quello dell’impronta di carbonio, disponibile sul sito dall’anno scorso. La riduzione dei consumi di acqua, infatti, comincia proprio dalla spesa. Secondo i dati della FAO, l’agricoltura assorbe il 70% dell’acqua del pianeta.

Stando al maggiore esperto mondiale di impronta idrica, Arjem Hoekstra, la filiera agroalimentare nel complesso è responsabile dell’85% dei consumi mondiali di acqua, il 10% va alla produzione industriale e il 5% è impiegato per uso domestico. Ma non tutti gli alimenti consumano la stessa quantità d’acqua e tra varietà diverse di frutta o verdura, notoriamente più economici, i consumi variano sensibilmente.

Per il WWF il menu ideale delle vacanze, a basso impatto idrico, potrebbe essere rosso come il pomodoro. Il dato emerge da una ricerca commissionata da Mutti S.p.A., produttore parmense di conserve e prodotti a base di pomodori nostrani, all’Università della Tuscia (Viterbo), in collaborazione con il WWF.

Mutti è la prima azienda agroalimentare italiana a rendere noto l’impatto ambientale della propria produzione: lo studio condotto dall’Università della Tuscia rivela che un kg di pomodoro fresco contiene 156 litri d’acqua, l’equivalente di una vasca da bagno, una bottiglia di passata da 720 gr. (compresi contenitore ed etichetta) ne ’consuma’ 172, fino ai 223 necessari per confezionare un barattolo di polpa da 400 gr. Ancora meno, secondo uno studio pubblicato dal quotidiano inglese The Independent, per produrre una mela (70 litri).

Nel complesso, il succoso pomo d’oro, il pomme d’amour francese, è più ecologico dell’uovo (200 litri d’acqua), delle patate (900 litri per un kg), del riso (3.400 litri per un kg), cifre molto lontane dai 2.400 litri necessari per produrre un hamburger da 150 gr., che è già un buon motivo per diventare vegetariani.

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