FIPE: i ristoratori devono diventare manager per sopravvivere alla crisi

Al Congresso APCI 2022, nel suo discorso del 7 novembre, il presidente Picca Bianchi ha dichiarato che la situazione di crisi è tale che i ristoratori, per affrontare al situazione, devono diventare manager, imparando a gestire in modo organico le loro strutture.

Infatti, la crisi scatenata dall’impennata dei costi dell’energia – poi migrata su tutte le atre voci di costo – è fonte di riflessione, e può diventare un’occasione di rinnovamento e crescita per il settore della ristorazione, a patto di saper governare i cambiamenti e trasformare le difficoltà in opportunità.

È questo il messaggio che la presidente del Gruppo Imprenditrici Donne di Fipe-Confcommercio, Valentina Picca Bianchi, ha voluto lanciare dal palco del Congresso annuale “Ristorazione ultima chiamata” dell’APCI, l’Associazione professionale Cuochi italiani, tenutosi a Matera, a tutti gli imprenditori del settore.

“Il nostro sistema sconta difficoltà storiche che devono essere superate una volta per tutte – ha sottolineato la presidente –. La scarsa capitalizzazione e l’altissima mortalità delle nostre imprese, in questo momento di crisi energetica si stanno rivelando in tutta la loro drammaticità. Per navigare in queste acque burrascose occorre un timoniere che sia prima di tutto un manager, capace di ridurre i costi, razionalizzare le risorse, rinnovare i processi e i servizi offerti e ripensare la politica del personale. Per gestire una impresa della ristorazione la passione deve accompagnarsi ad altissime competenze gestionali e imprenditoriali.”.

Un invito a gettare il cuore oltre l’ostacolo, in un momento il cui l’inflazione galoppa al di sopra del 10,7%, mentre i prezzi dei servizi di ristorazione sono fermi a un +5,8% rispetto a un anno fa.

“Da soli però non possiamo farcela – ha aggiunto Picca Bianchi – occorre il sostegno della politica, soprattutto in materia energetica, visto che alla fine dell’anno le nostre imprese pagheranno 8,9 miliardi di euro per le bollette energetiche nel 2022, quando nel 2021 non versavano più di 2,9 miliardi”.

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