Nei dibattiti televisivi che allietano le cene degli italiani, i talk show sono interamente dedicati alla politica; ma non si tratta di approfondimenti giornalistici di qualità, finalizzati ad informare gli spettatori, bensì sono tribune da cui, come in un’infinita campagna elettorale, esponenti politici i- in prevalenza di sinistra – si lanciano in variegate accuse contro il Governo.
E’ evidente che queste trasmissioni risultano totalmente inutili, sia a livello informativo, sia in termini di spostamento di consensi, poiché ogni spettatore segue solo quelli che corrispondono con le proprie idee politiche e perché la eccessiva semplificazione del dibattito, praticamente privo di contraddittorio, non consente di sviluppare un discorso complesso che possa alterare le convinzioni del cittadino.
Lo schema di ogni trasmissione è molto ripetitivo: si invitano personalità (giornalisti, politici, imprenditori, intellettuali) di una sola parte politica (la sinistra) e un solo esponente di centro o destra. Il dibattito si svolge tra gli invitati di sinistra, con domande artefatte che contengono già all’interno la risposta gradita al conduttore; l’esponente di destra viene coinvolto solo con qualche quesito, al quale viene invitato a rispondere dopo la pausa pubblicitaria, in modo da “spezzare” il discorso e renderlo meno significativo. Nel corso del suo intervento, la regia inquadra in prevalenza il conduttore, che mostra un’espressione che varia dal beffardo al dubbioso, comunque ben lontana da un ascolto interessato e rispettoso.
Come è possibile invertire rotta e comportamento? È molto difficile, perché gli interessi sottostanti sono notevoli, e l’attuale composizione del Parlamento, che vede un dominio del centro destra, crea molti problemi di visibilità ai politici di sinistra e ai loro accoliti, ormai ai margini del potere a qualsiasi livello.
I giornalisti conduttori dei talk si offrono con impegno alla parte politica a cui devono il loro successo e la loro posizione aziendale, dimenticando che il loro ruolo è informare i cittadini, non agevolare i comizi fuori stagione dei loro politici di riferimento. In questo, sono ben diversi dai conduttori degli altri Paesi europei e anglosassoni, confermando che un giornalismo schierato è perdente in termini di ascolti e di seguito: l’enorme e continuo calo delle copie vendute dei quotidiani è emblematico della distanza tra le aspettative del pubblico e il giornalismo asservito ai partiti.