Media, giornalisti e Paese reale

Per quasi una settimana, il Festival di Sanremo ha catalizzato l’interesse di una parte dei cittadini (10-12 milioni di spettatori) con le sue polemiche e i suoi eccessi. Attacchi a politici membri del Governo di centrodestra, inviti a legalizzare le droghe leggere, atti sessuali mimati e gesti di vandalismo sono stati protagonisti sul palco e sui giornali nelle ore successive.

Un Festival che sembrava ideato per sdoganare comportamenti che finora non avevano trovato spazio sulle reti Rai, piuttosto che scandalizzare il pubblico, mentre i media invitavano a considerare “normali” tali azioni, convinti che “ormai” gli spettatori fossero favorevoli ad esse.

Il risultato si è visto poi nella classifica, che vede tra i primi cinque un cantante apprezzato per il suo stile misurato e gentile, un altro che si è ispirato alla tragedia della guerra in Ucraina celebrando l’abnegazione dei suoi soldati, un giovane che – ricevuto il tradizionale mazzo di fiori – è sceso dal palco per donarlo a sua madre, un ragazzo di borgata iscritto al Conservatorio, e infine un artista che ha meritato queste parole da parte di un parroco romano: “Nella tua canzone ritrovo la bellezza del Vangelo”.

Un sonoro smacco per coloro che hanno puntato sugli eccessi, sulla volgarità, sui disvalori. E anche per i dirigenti Rai e gli autori dello spettacolo che hanno ideato /consentito / accettato tutto ciò.

Alcuni giorni dopo, i risultati delle elezioni regionali hanno confermato la notevole distanza tra media e giornalisti (tra cui, specie in tv, è ampia e forte la militanza a sinistra) da un lato e i cittadini dall’altro: questi ultimi in larga parte non hanno votato, mentre chi si è recato alle urne ha segnato il successo indiscusso della destra, nonostante l’incessante propaganda su reti televisive,  giornali nazionali, interviste.

Anche in questo caso, il Paese reale è ben distante dalla “narrazione” (per utilizzare un termine oggi di moda) che ne fanno i media: le trasgressioni non interessano, i cittadini sono per la maggior parte tradizionalisti, conservatori, legati a quell’insieme di valori che hanno consentito alla Nazione di diventare un polo di eccellenza nella moda, nella gastronomia, ma anche nella ricerca scientifica e nella automazione industriale. Si apprezza il merito, non lo scandalo: se giornalisti ed intellettuali di sinistra non se ne rendono conto, il loro ruolo sarà solo marginale nel futuro del Paese.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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