L’organizzazione del lavoro

L’evoluzione dell’organizzazione del lavoro è in forte fermento. Per anni abbiamo avuto modo di parlare di livelli di cultura organizzativa vista anche come risorsa. L’organizzazione aziendale va certamente correlata al tipo di impresa e alle sue dimensioni che certamente mutano a seconda delle epoche, invero lo sviluppo e l’organizzazione del lavoro del ventesimo secolo ha fatto un riferimento costante all’età del fordismo; alla teoria di Mayo. Tra le teorie vi è quella sulla leadership comportamentale e sull’intelligenza emotiva. Da qui parte la riflessione per comprendere come l’organizzazione aziendale è stata messa nelle condizioni da parte dei manager di rivedere in maniera costante l’organizzazione medesima al fine di rispondere alle esigenze interne ed esterne dell’organizzazione aziendale, anche per contrastare la concorrenza.
L’esperienza dei 100 giorni di quarantena del 2020 hanno messo sul tavolo, a causa del Covid-19, lo Smart Working che, per quanto conosciuto dai più, non era stato quasi mai sperimentato quale lavoro a distanza. È evidente, perciò, che ha comportato e comporta una nuova visione organizzativa evidenziando anche il ruolo delle tecnologie più innovative: IA, Big Data e Data Analytics. Ebbene, il virus ci ha obbligati al lavoro a distanza ma pensando all’organizzazione del lavoro è determinante invece la relazione all’interno dell’azienda ai fini di uno scambio di vedute di crescita e di novità per l’azienda. L’organizzazione del lavoro, sia pubblica che privata, in questo momento sta ripensando l’organizzazione interna e le relative funzioni. Si parla non a caso di trasferire all’esterno, in outsourcing, tutto ciò, o in parte, che può essere svolto con lo Smart Working. I settori interessati sono molteplici a partire da quello bancario, assicurativo e aziende di servizio. Secondo la mia esperienza bisognerebbe reinventare, se non totalmente in buona parte, l’organizzazione aziendale anche in virtù della nuova realtà, ovverosia digitalizzazione e dematerializzazione. Quando si parla di reinventare le organizzazioni il mio pensiero va verso il cd. paradigma Teal evolutivo, valutando quali sono le condizioni necessarie. Anche qui, un altro aspetto che riguarda l’organizzazione aziendale coinvolge la comunicazione che cambia con i nuovi strumenti tecnologici. Quando si fa cenno alla comunicazione interna, il riferimento va anche all’engagement dei collaboratori; resource-based theory; il valore della diversità.
 
Mentre quando si parla di valore si intende ancora fare riferimento alla catena del valore quale elemento premiante e qualificante di una impresa. Presso la società SI-IES ho seguito con interesse la teoria del cambiamento della leadership e sono state fatte alcune interviste a diversi esperti e responsabili aziendali attraverso cui sono emerse significative condizioni che meritano un focus sul concetto di cambiamento. Quando si parla di gestione manageriale nel contesto organizzativo, il collegamento al concetto di “miglioramento” è immediato. L’impressione è quella di valutare “il concetto di nuovo” che viene visto sempre come un miglioramento rispetto al passato, correlato anche al sistema sociale e a sua volta la parola miglioramento riguarda l’ambito aziendale e quindi viene subito accostata a questioni che sono certamente di tipo economico.
Oggi si nota, anche per l’esperienza maturata nel DIHV (Digital Innovation Hub Virtuale), che l’attenzione si sta spostando verso il miglioramento della struttura e dell’organizzazione aziendale partendo dalle persone ed utilizzando la comunicazione come uno dei principali strumenti.
 
Non abbiamo parlato dell’aspetto finanziario, conseguenza naturale del benessere aziendale. Oggi, molto spesso, si parla nel contesto dell’organizzazione aziendale di benessere all’interno del posto di lavoro. Nel contesto dell’organizzazione aziendale, a mio sommesso modo di vedere, ha un ruolo determinante il gioco di squadra tra modelli aziendali organizzativi e comunicazione interna. Non può esistere un modello organizzativo efficiente privo di una adeguata comunicazione interna che lo sorregge e lo affianca per tutta la sua durata e viceversa. È un po’ come una partita di calcio, c’è bisogno che tutti i componenti di una squadra svolgano al meglio il proprio compito tenendo sempre un occhio puntato sulle mosse dei propri compagni. Il ruolo delle risorse umane e la capacità di leadership vengono considerati due componenti che fungono da driver aziendale.
 
Una riflessione è da fare anche per il mondo accademico. È importante avere risorse che svolgono il ruolo di docenti che abbiano una cultura complessiva ma anche una conoscenza delle nuove tecnologie in particolare quelle digitali al fine di fare anche delle comparazioni tra le organizzazioni aziendali e con riferimento anche al governo dell’impresa in temi strategici ed organizzativi. Sarebbe utile analizzare strutture e processi delle diverse forme aziendali, valutare le dimensioni chiave delle variabili organizzative ed impostare le linee guida di una progettazione delle strutture aziendali. Nel fare analisi organizzative bisogna tenere presente quanto in parte già detto a partire dal concetto di organizzazione; dalle dimensioni dell’organizzazione; dagli elementi del disegno organizzativo; dalla cultura organizzativa. Altri aspetti che riguardano l’organizzazione aziendale sono i modelli di riferimento a partire da quello di Mintzberg, Galbraith e Thompson.
 
Infine, per continuare a tratteggiare le parti salienti dell’organizzazione aziendale, vi è quella che riguarda la progettazione organizzativa che parte dalla strategia per arrivare alle strutture aziendali; poi vi è la metodologia progettuale ed il relativo orientamento strategico tenendo presente la metodologia progettuale; l’orientamento strategico; la definizione delle strategie aziendali; l’impostazione strategica. Tutto ciò va condito con una analisi competitiva verso l’ambiente esterno e l’ambiente interno per giungere ad un nuovo modello organizzativo: “Organization modelling four-dimensions- 4Ds” del sistema interno. Dunque, è bene tenere presente il modello delle quattro dimensioni.
 
Da quanto descritto si comprende che le strategie e le linee guida per la gestione dell’organizzazione del lavoro, oltre alla richiesta di una conoscenza complessiva, per essere introdotte necessitano anche di una cognizione sulla evoluzione del lavoro, come ad esempio quello dello Smart working sollecitato, a più riprese, a livello internazionale ed europeo con delle regole che investono il lavoratore. Lo Smart working ci conduce a fare degli approfondimenti e delle forti riflessioni proprio sui giovani: in particolare per coloro che sono in apprendistato e poco conoscono dell’organizzazione del lavoro, lavorare da casa non è sufficiente ai fini della formazione poiché non basta avere quelle poche conoscenze informatiche. L’organizzazione aziendale è una cosa seria e complessa.
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Andrea Chiappettahttp://www.andreachiappetta.it/
Creo ecositemi, credo nell’innovazione e penso che lo studio continuo e il confronto siano gli ingredienti per realizzare sinergie e soluzioni. Autore di Italia.Next edito da Rubbettino.

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