È possibile che l’allievo possa superare il maestro, è un po’ più difficile sostenere che l’intelligenza artificiale possa superare il cervello umano.
I processi, gli sviluppatori, i programmatori sono stati congegnati dagli uomini, non dalle macchine. Effettuare un’operazione di moltiplicazione è semplicissimo avendo a disposizione calcolatrici rapide e immediate ma soltanto perché l’uomo ha saputo realizzarle. Una partita di scacchi fatta tra due robot può essere suggestiva, ma è stata la mente umana a svilupparla ed impostarla.
Oggi si parla di Big Data ed Intelligenza Artificiale che vengono utilizzati non solo nell’ambito di impresa 4.0. Uno dei settori importanti a livello universale è quello medico/sanitario e nel linguaggio corrente si cita e si utilizza il cd. Internet delle cose (IoT) ed anche i sensori. La tecnologia dei sensori, nel settore sopracitato, è di aiuto ai pazienti grazie alla nanotecnologia che utilizza sensori a bassissima potenza che vengono alimentati con la tecnologia wireless e protocolli di comunicazione.
Nell’ambito sanitario stiamo proponendo la creazione di una “cuffia diagnostica digitale” e a tal proposito è stato creato un apposito sito ancora “in costruzione” che verrà implementato con l’obiettivo di divulgare l’innovazione tecnologica anche attraverso la divulgazione di un apposito piano formativo. L’obiettivo è creare una cuffia diagnostica per rendere “umana” la tecnologia e dare la possibilità al paziente di ottenere diagnosi più accurate. Consiste nell’indossare una specie di “cappello” con dei sensori in grado di monitorare il paziente per avere dati necessari per capire, per esempio, se si sta verificando un ictus e arrivare a capire lo stato di salute intervenendo tempestivamente anche con opportune stimolazioni necessarie, in particolare sulla parte lesa, per capire quanto è possibile recuperare in un arco di tempo di 90/120 giorni.
Come già scritto nelle pagine di Sentieri Digitali, l’utilizzo della tecnologia 5G contribuirà a realizzare questo tipo di diagnosi anche in movimento, ovvero connettendo i dispositivi presenti nei vari centri operativi creando una piattaforma che va verso due direzioni: una per i medici/infermieri ed una per i cittadini.
Sarebbe utile ed auspicabile sia per le università e sia per gli ospedali inserire i giovani medici per entrare immediatamente nel mondo dell’innovazione a partire dalla raccolta dei dati sensibili e creare un Data Base (Big Data). Con dei sensori che la SI-IES e il Digital Innovation Hub Virtuale hanno valutato, si evince che il tasso di errore è molto basso e rientra nelle percentuali accettabili e tollerabili. La SI-IES, in collaborazione con il mondo accademico e con le PMI italiane ed europee, è per specializzazione in grado di coprire tutti i settori al fine di renderli sfidanti ed innovativi.
Il Digital Innovation Hub Virtuale dispone della presenza di membri ordinari e straordinari in grado di rispondere per la parte tecnologica, giuridica, amministrativa e formativa.