Molti istituiti di ricerca, cosi come scienziati ed esperti hanno scoperto che l’acqua ha la capacità di assumere, immagazzinare ed inoltrare informazioni. Wolfgang Ludwig, ricercatore tedesco e fondatore dell’Istituto di Biofisica di Horb, ha potuto dimostrare che l’acqua perfettamente purificata sotto il profilo chimico, conserva comunque l’impronta energetica delle sostanze con le quali è venuta in contatto. Perciò la plastica, i fitofarmaci, le sostanze ormonali lasciano una sorta di segnale, che viene recepito dal nostro organismo e non può essere cancellato con mezzi chimici, ma soltanto attraverso misure fisiche o energetiche, riconoscibili dal nostro organismo.
Due professori italiani hanno sviluppato la teoria del QED, dall’inglese Quantum Electrodynamics, la quale ha reso possibile una nuova comprensione dell’acqua. Basandosi su questa conoscenza della fisica quantistica, Alberto Tedeschi ha ideato dei congegni con circuiti luminosi e frequenze ben precise, le quali entrano in risonanza con l’acqua e agiscono sulla sua struttura. Il sistema prende il nome di “Luce White”, che sta per indicare il trasferimento di energia amplificata ad ampio spettro. La luce White agisce sull’acqua come se rimettesse in moto un circuito che si era interrotto: questa diventa più vitale e capace di assorbire e ritrasmettere nuovamente informazioni per mezzo della propria struttura molecolare. Il concetto si basa sulla “biorisonanza olografica“: entrando in risonanza con le frequenze armoniche della vita si riesce a comunicare frequenze a tutto l’organismo con l’assunzione anche solo di piccole quantità di acqua opportunatamente “illimitate”. La luce viene emessa da un congegno dall’aspetto semplice, simile ad una penna stylo, ma la tecnologia è complessa ed innovativa.
Dovremmo pensare all’uso civile dell’acqua pensando al tipo di conduttura costruita con pendenza, sfruttando il principio dei vasi comunicanti. Bisogna tenere in considerazione che l’agricoltura ha dei numeri altissimi in tale settore, come dimostra il fatto che essa rappresenta il 92% dell’impronta idrica globale di acqua dolce. In futuro, capire meglio la struttura dell’acqua attraverso l’uso delle tecnologie potrà costituire un passo fondamentale per l’innovazione.