QMilch: tecnologia tedesca e creatività francese

di Annalisa Mancini

Essere creativi significa trovare soluzioni inedite, utilizzare competenze trasversali, approfondire i diversi ambiti del proprio "mestiere" per sviluppare prodotti innovativi e lanciare nuove mode. E sicuramente sono creative le due giovani stiliste che hanno "inventato" la prima linea di abbigliamento a base di latte: QMilk.

L’idea nasce in Germania, ad Hannover, da una designer di 28 anni, Anke Domaske, che rispolvera i suoi studi tecnici per affinare una metodologia sviluppata negli anni Trenta, mediante cui la caseina del latte, riscaldata con altri elementi di origine naturale, si trasforma in un filato.

Sei litri di latte in polvere, anche scaduto e quindi non più utile per l’alimentazione, uniti a due litri di acqua consentono di ottenere un chilo di filato, da trasformare in un tessuto la cui consistenza è simile alla seta e che è privo di componenti chimiche. Un prodotto perfetto per le persone che soffrono di allergie cutanee, ma anche per coloro che preferiscono usare fibre naturali al 100% per il proprio guardaroba.

Un tessuto che ha attirato l’interesse anche delle case automobilistiche, attratte dall’ipotesi di un nuovo materiale, pregiato e confortevole, per gli interni delle vetture.

Gli amanti dell’ecologia e del riciclo apprezzeranno abiti realizzati con materie prime "riciclate", in quanto scarti della lavorazione del latte e non utilizzabili per l’alimentazione. Abiti il cui design è affidato alla fantasia di Madamoiselle Chi Chi, una stilista francese emergente e molto apprezzata, che ha disegnato una collezione che ne sottolinea la consistenza preziosa, elegante.

Tra un anno gli abiti in QMilch saranno messi in commercio, a prezzi che vanno dai 150 ai 200 euro circa, ed è facile prevedere il loro successo: ecologici, naturali, si inseriscono nel trend di attenzione alla sostenibilità ambientale che guida le scelte d’acquisto dei consumatori più evoluti. Un target di mercato che può spendere queste cifre per un vestito, il cui "messaggio" non è solo "fashion", ma anche "green".

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