Non tutta l’IA vien per nuocere

Alcuni, più scettici, preferiscono delineare solo i “contro” dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Oramai però dobbiamo farci i conti e non tutta l’I.A. vien per nuocere. Anzi, è un gran supporto per l’azione umana in tanti campi e uno di questi è la medicina.
L’I.A. aiuta ad individuare i segni dell’Alzheimer con una media di due anni di anticipo rispetto alla diagnosi tradizionale. Altre ricerche dicono addirittura 6 anni, stando agli scienziati dell’University of California San Francisco.
 
Obiettivo: trovare l’algoritmo che riconosce la malattia. Come? Il metodo è sempre lo stesso, i ricercatori hanno letteralmente allenato l’algoritmo con circa 1.921 immagini tomografiche prese dall’archivio dell’Alzheimer Disease Neuroimaging Initiative (ADNI). Una specie di database messo a disposizione contenente le scansioni di migliaia di pazienti che avevano sviluppato la malattia nel tempo.
 
Alla fine, il programma ha imparato a riconoscere i tratti che caratterizzano la malattia, consentendo di prevederne lo sviluppo ma soprattutto di distinguerla da altri disturbi.
Riuscire ad avere questo tipo di progresso, specialmente per una malattia per la quale ancora non esiste una cura, lascia ben sperare quantomeno in un rallentamento, somministrando con anticipo i farmaci adeguati.
 
Ma oltre alla diagnosi precoce, con l’I.A. si è riusciti a sviluppare anche la parte “successiva” con la creazione di una memoria virtuale a portata di smartphone. L’hanno battezzato “ChatYourself”: letteralmente “comunica con te stesso”. Si tratta di un software basato sull’I.A. ed è un chat robot di Messenger che su richiesta fornisce 24 ore su 24 informazioni indispensabili per circoscrivere i danni causati.
 
Si sta investendo molto su questo tipo di tecnologie avanzate applicate nel campo della ricerca scientifica e questo lascia ben sperare per un progresso ed un miglioramento delle condizioni di vita che il paziente può avere durante la malattia ma, ancora di più, ci fa riflettere su quanto sia importante assecondare lo sviluppo tecnologico e non vederlo come un nemico o un’invasione massiccia di macchine e algoritmi pensanti che vogliono appropriarsi della Terra.

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