Una ricerca della Fondazione Santa Lucia per la riabilitazione nella PCI

Lavorare sulla immaginazione e sulla consapevolezza motoria dei bambini con paralisi cerebrale infantile rende più efficace la terapia riabilitativa. Questo è il risultato di uno studio realizzato alla Fondazione Santa Lucia IRCCS, con il quale la terapista Loredana Zoccolillo del Servizio di Riabilitazione Infantile ha vinto il premio S.I.R.N. (Società Italiana di Riabilitazione Neurologica) per i fisioterapisti. Il lavoro premiato, dal titolo “Immaginazione locomotoria nell’età evolutiva: effetti di un training basato su immaginazione e internalizzazione dello schema del passo nei bambini con paralisi cerebrale.” apre nuove prospettive di intervento per il miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli.

Il premio costituisce un importante riconoscimento per l’attività di ricerca svolta dal Servizio di Riabilitazione Infantile diretto dalla Dott.ssa Daniela Morelli. La ricerca si affianca alla normale attività clinica e si svolge solo grazie all’entusiasmo degli operatori e degli studenti del corso di laurea in Fisioterapia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, che seguono i corsi e svolgono le loro tesi presso la Fondazione, molti dei quali nel Servizio dedicato ai più piccoli. Come Michela Montesi, laureata con il massimo dei voti, la cui tesi si è svolta nell’ambito di questo progetto.

L’area di ricerca è molto importante: la Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) è una delle patologie neuromotorie più importanti dell’infanzia per frequenza e per gravità. Nonostante tutti gli sforzi che si fanno con l’utilizzo delle attuali tecniche riabilitative, il livello di autonomia generalmente raggiunto dai bambini con Paralisi Cerebrale alla fine del percorso è ancora basso, mentre continui stimoli ambientali ed i feedback che il bambino ha dal confronto con i suoi pari richiedono l’acquisizione di nuove e più complesse abilità.

La ricerca

Lo studio indaga la capacità di immaginazione locomotoria durante l’età evolutiva e verifica l’efficacia di un training basato su immaginazione e internalizzazione dello schema del passo in bambini con paralisi cerebrale infantile di tipo emiplegica. Il presupposto è che l’immaginazione motoria (atto volontario in cui un soggetto simula mentalmente l’esecuzione di un’azione motoria) si sviluppa nell’infanzia e si consolida nell’adolescenza (Smits-Engelsman, 2012), ed è alterata in persone con esiti di paralisi cerebrale infantile (PCI) (Mutsaarts, 2006).

Per verificare la validità di tale ipotesi, è stato valutato il comportamento di otto adulti sani (28.1±5.1 anni), otto bambini sani (8.1±3.8 anni) e dodici bambini con emiparesi da PCI (7.5±2.9 anni) mentre simulano marciando sul posto i passi necessari a raggiungere un target (posto a 2 o 3 mt.). Lo stesso viene successivamente raggiunto camminando ad occhi bendati prima ed ad occhi aperti dopo.

Per la valutazione della biomeccanica del cammino e delle strategie locomotorie messe in atto dai soggetti, l’ing. Marco Iosa ha utilizzato un sistema optoelettronico ed un’unità inerziale indossabile (Optogait, con unità inerziale gyko, Microgate), strumento di alta tecnologia.

I bambini colpiti da Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) sono stati successivamente divisi in due gruppi in base alle regole del randomized controlled trial: un gruppo è stato sottoposto a normale terapia riabilitativa, l’altro ha effettuato un training del cammino basato su esercizi di immaginazione, costruzione ed esecuzione di percorsi, in assenza del supporto visivo.

I risultati

Le valutazioni iniziali hanno mostrato che negli adulti vi è significativa corrispondenza tra i passi immaginati, quelli eseguiti bendati e quelli reali, mentre nei bambini non vi è corrispondenza tra il numero di passi immaginati e quelli eseguiti. Nei bambini con PCI, oltre a non essere presente correlazione tra i passi immaginati e quelli realmente eseguiti sono presenti anche errori di raggiungimento del target e differenze nei tempi impiegati per raggiungerli.

La ricerca ha dimostrato che per un adulto sano l’immaginazione motoria è in grado di predire il giusto numero di passi per coprire una data distanza. Questa capacità è ridotta nell’età infantile, ma mentre i bambini sani sono in grado di compensare usando feedback propriocettivi e/o vestibolari durante il cammino bendato, quelli con PCI hanno potuto ridurre i loro errori solo dopo uno specifico training.

Tale training, mirato ad incrementare la consapevolezza motoria, ha portato ad una riduzione della fase di appoggio sull’arto meno affetto, ovvero ha ridotto la strategia di sfuggire il carico tipica di questa patologia, migliorando lo schema del passo.

Questo studio ha quindi mostrato l’importanza di un training che coinvolga anche l’immaginazione motoria e la consapevolezza motoria nei bambini con PCI al fine di rendere più efficace la terapia riabilitativa.

Riflessioni

Gli importanti risultati dello studio descritto, l’impegno di fisioterapisti e medici nel contatto quotidiano con i malati e nella ricerca di nuovi protocolli riabilitativi sono un esempio della “Italia che funziona”, che agisce con responsabilità e dedizione nel proprio lavoro.

Il processo di revisione della spesa pubblica (spending review) deve tenere conto non dei livelli di spesa, ma del rapporto costi – benefici: sul servizio ai cittadini, sul prestigio della nostra capacità di innovare, sulla qualità della vita per i meno fortunati. Mettere in dubbio i finanziamenti pubblici per strutture con la Fondazione Santa Lucia sarebbe un danno per il Paese.

L’ipotesi di tagli lineari, semplicistica e deresponsabilizzante per le Istituzioni è pertanto totalmente errata, anche perché la Politica non può esimersi dal suo ruolo di decisore; ruolo che implica l’onere e l’impopolarità di scelte che vadano finalmente verso un principio di meritocrazia nell’assegnazione dei fondi pubblici.

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