Tutti a casa! È tutto semplice a scrivere che ormai la tecnologia supplisce. Ricordo comunque a tutti che esistono ancora mezzi di comunicazione quali i telefoni fissi e cellulari ma siamo travolti ormai nel parlare solo di Smart working, video on demand, video chiamate, video chat, e-learning. Il coronavirus sta cercando di mettere all’angolo la rete. Sta stressando le autostrade digitali di cui più volte ne ho parlato, in particolare sulla telematica e telecomunicazioni. La pagella europea viene stilata dall’indice di digitalizzazione dell’economia e della società– DESI, lo strumento mediante il quale la commissione europea monitora la competitività digitale degli Stati membri dal 2015. L’insieme di relazioni si compone di profili nazionali e di capitoli tematici. L’ultimo report indica una copertura a banda larga ultraveloce pari al 24% delle famiglie.
Telecom Italia ha enunciato che un 40% della popolazione è coperta con velocità superiore ai 100 megabit al secondo ma riguarda la copertura in fibra ottica fino al cabinet con sistema misto fibra e rame all’8%. Per il 5G, l’altra porta di accesso al futuro digitale, Tim dice e segnala una copertura totale della popolazione al 2025/2026. Nel decreto emanato per fronteggiare l’emergenza, non sono state previste facilitazioni al settore TLC, altrimenti, probabilmente, avremmo avuto qualche “aiuto di stato” senza vedere cosa hanno fatto Francia e Germania.
Si è pensato in questi giorni alla tenuta della rete e, non essendo state emesse lamentele, possiamo dedurre che ha resistito. Da diversi anni si parla di rete unica e non senza tenere presente molti elementi tra i quali l’occupazione delle risorse e della loro professionalità. Il decreto “Cura Italia” può indurre gli attori del sistema “telecomunicazioni” per invitarli a rafforzare parte delle infrastrutture necessarie per il buon andamento e relativi servizi. Il Dr. Luigi Gubitosi replica che si tratta di un piano presente nei programmi Tim: l’attivazione di cinquemila cabinet nelle aree, oggetto di un intervento e piano pubblico. Ormai anche il “normale cittadino” conosce FTTC che riguarda una connessione in fibra ottica dalla centrale alla cabina (con la scritta RL reparti linee) e l’altra sigla FTTH che indica la connessione a banda ultra-larga realizzata interamente in fibra ottica, dalla centrale fino all’abitazione dell’utente.
Complimenti a Tim e gli altri operatori, il sistema ha reagito bene all’urto del traffico elevato a tutte le ore.