Come sviluppare una startup sul web in Italia

Nell’era del terziario avanzato, come è possibile creare nel nostro paese una startup il cui business sia web based ? Il successo di numerose imprese statunitensi è una ispirazione importante per molti imprenditori, specialmente giovani. i quali, avendo una “idea” sognano o, meglio, progettano, di trasformarla in un business redditizio. Tuttavia, il sistema bancario italiano è poco pregnante nei confronti di coloro che possono portare a garanzia delle somme erogate solamente il loro entusiasmo la loro fantasia. e, allora è impossibile che in Italia possa nascere Ebay o Facebook? Purtroppo finora si è verificato, ma per chi vuole – comunque – affrontare i rischi e le opportunità che la net economy offre, suggeriamo alcuni consigli.

Regola n.1: una startup nasce da una idea innovativa, concreta e semplice

Se, come è ovvio e comprensibile a tutti, per creare una startup è necessario avere una idea ovvero un business da sviluppare, è altresì fondamentale rendersi conto che l’idea deve essere una sola: forte, concreta, ben definita e soprattutto unica. L’ipotesi di utilizzare alcune idee “deboli” mixate insieme consente solo di realizzare un “prodotto” che sarà incomprensibile a molti o di cui non si riusciva a percepire l’effettiva utilità.

Come riconoscere una idea su cui si può costruire un business? Deve essere innovativa, ovvero rappresentare un prodotto che non c’è ancora sul mercato è deve essere la soluzione concreta e soprattutto semplice ad un problema concreto che sia diffuso nel target di riferimento del business.

Regola n.2: diffondere l’idea

Il classico consiglio di mantenere segreta l’idea imprenditoriale deve essere rivisitato: ovviamente, saranno mantenute riservate nel dettaglio le soluzioni che si vogliono adottare, ma è consigliabile diffonde qual è il tema che si sta affrontando e le esigenze inespresse oppure inascoltate dai consumatori. In questo modo, si potrà avviare la costituzione di una rete di contatti che saranno fondamentali per lo sviluppo dell’idea; inoltre, anche le critiche e le obiezioni potranno essere messe a frutto, quali informazioni utili per affrontare le obiezioni che nel futuro verranno espresse dagli investitori che saranno contattati per lo sviluppo della startup.

in questa fase, l’idea imprenditoriale si trasformerà in una vision che diventerà appetibile per gli investitori.

Regola n.3: diventare operativi subito

Quando l’idea prende corpo nei suoi dettagli operativi, diventa il prodotto che si vuole sviluppare: facendo ricorso alla rete di contatti precedentemente costituita, si è ora in grado di comporre un team di due o tre persone in grado di trasformare l’idea in una realtà.

Regola n. 4: esplorare il mercato

Anche se il prodotto è ancora in una fase di beta test, anche se non è perfetto, ma solamente un prototipo è bene lanciarlo subito sul mercato: sarà il feedback con il target di clienti e lo farà maturare ed evolvere fino a rispondere in pieno alle esigenze del mercato stesso. Sarebbe utile, a questo punto, partecipare ad eventi che consentano di lanciare il prodotto: a livello internazionale si consigliano:

· LeWeb3 a Parigi (www.leweb.net)

· DEMO (www.demo.com)

· Web 2.0 Conference (www.web2summit.com).

Regola n. 5: scrivere un business plan

Un business plan è uno strumento fondamentale per chiunque debba pianificare un’attività complessa. Significa dover scrivere, nero su bianco, qual è il target di riferimento, la dimensione del mercato, le vendite previste e il valore che assumerà l’azienda nell’arco dei prossimi 3/5 anni. E’ un modo completo per presentare l’azienda ha investitori, ma soprattutto per riflettere sulle possibili difficoltà future e sui rischi che si dovranno affrontare, aumentando nel contempo la propria conoscenza del mercato.

Regola n. 6: coinvolgere gli investitori professionisti

Nessun business può crescere senza fondi. Inizialmente si può fare riferimento a piccoli capitali personali o al coinvolgimento di amici: il cosiddetto canale friends & family è utile soprattutto nelle prime fasi della startup, quando buona parte del proprio tempo viene impegnata nella ricerca dei fonti. Ovviamente, il loro impegno finanziario va remunerato, con una quota aziendale complessiva Intorno al 10 – 15%.

Dovendo escludere l’accesso al sistema bancario per assenza di garanzie reali (la startup non è monetizzabile), si devono coinvolgere gli investitori professionisti e i cosiddetti business angels. In Italia i nomi di riferimento sono: Italian Business Angels Network (www.iban.it) e Italian Angels for Growth (www.italianangels.net). l’incontro diretto è possibile ma non consigliabile: è preferibile che qualcuno possa introdurvi presso di loro garantendo la serietà e affidabilità della startup: ecco il modo con cui saranno messi a frutto i contatti della rete è stata costruita grazie alla regola n. 2.

È possibile anche fare riferimento a canali istituzionali quali Sviluppo Italia (che oggi è Invitalia) invitalia.it e la rete dei BIC (www.bic-italia.it), attiva soprattutto a livello regionale; nel Lazio, BIC Lazio (www.biclazio.it) e Filas (www.filas.it).

Regola n.7 : fare presentazioni professionali

nel contatto con i potenziali investitori, è fondamentale consegnare loro una documentazione completa e professionale da cui questi possano evincere qual è l’idea imprenditoriale in quale modo lo si vuole realizzare e quali sono le previsioni finanziarie. si tenga presente che in molti casi tale documentazione va realizzata anche in lingua inglese.

Regola n. 8 : come gestire la fase della due diligence

In questa fase, l’investitore che si è dimostrato interessato concretamente al progetto sonda a fondo il business della startup e inizia la negoziazione per decidere l’ammontare dell’investi-mento; da questa fase, si chiudono i rapporti con eventuali altri partner.

Regola n.9: dotarsi si consulenti finanziari e legali

Non si può fare tutto da soli e serve specializzazione. Pertanto, quando arrivano i fondi degli investitori, sono necessari un commercialista e un notaio. Specialmente il primo continuerà a seguire gli aspetti finanziari del business, mentre l’imprenditore si concentra sul prodotto e sul mercato.

Regola n. 10: crescere sempre

Se gli affari della startup vanno bene, in breve può essere necessario disporre di ulteriore capitale per incrementare il business: a questo punto entrano in scena i fondi di Venture Capital, che si rivolgono ad un business già avviato e profittevole. Il loro investimento è finalizzato a cospicui rendimenti: 10-15 volte il denaro investito, che si otterrà anche con una eventuale futura quotazione in Borsa oppure con la vendita del business ad un’altra azienda.

E’ da tenere presente che il ruolo dei fondi di venture capital non è puramente finanziario, ma anche gestionale: il loro ingresso segna un condizionamento dell’impresa in favore delle decisioni del fondo.

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