Digital markets act , la UE in difesa dei consumatori

Dal primo novembre è entrato in vigore il Digital markets act (Dma), un regolamento che si pone l’obiettivo di porre fine alle pratiche sleali delle aziende che hanno il monopolio nell’economia delle piattaforme online e a tutelare i diritti dei consumatori. Con questa legge si vuole garantire la parità tra i player in ambito digitale, tramite la definizione di regole chiare per tutte le imprese al fine di evitare abusi di posizione, soprattutto da parte delle grandi piattaforme online, indicate come “gatekeeper” (colossi come, ad esempio, Amazon, Google, Microsoft, Apple, Facebook).

Nel Digital markets act (dma) si definiscono le caratteristiche che qualificano una grande piattaforma online come ‘gatekeeper’: tale termine si utilizza per i portali digitali che mettono in contatto utenti aziendali e consumatori, e che possono garantire loro il potere di agire come regolatori privati, creando così un collo di bottiglia nell’economia digitale.

Nel dettaglio, sono tali i “servizi di piattaforma core”: app store, motori di ricerca online, servizi di social network, alcuni servizi di messaggistica, servizi di piattaforma di condivisione video, assistenti virtuali, browser web, servizi di cloud computing, sistemi operativi, mercati online e servizi pubblicitari.

I criteri principali sono tre. Il primo fa riferimento alle dimensioni della piattaforma: quanto essa incide sul mercato interno ? La risposta è data dal fatturato annuo nello spazio economico europeo (See) e dalla presenza in almeno tre Paesi UE.

Il secondo criterio si basa sul numero di utenti: si è gatekeeper se l’azienda fornisce un servizio di piattaforma principale a oltre 45 milioni di utenti finali attivi mensili stabiliti o ubicati nell’Ue e a oltre 10mila utenti aziendali attivi all’anno stabiliti nel Ue.

Il terzo criterio si riferisce al concetto di “posizione radicata e duratura”: ovvero, i due principali criteri devono essere stati verificati negli ultimi tre anni.

Il Dma stabilisce alcuni obblighi per i gatekeeper, in particolare è vietato: favorire i propri servizi a discapito di altri utenti aziendali; imporre condizioni di accesso ingiuste al proprio app store;  impedire l’installazione di applicazioni da altre fonti,

Con l’entrata in vigore, Il Dma entrerà nella fase di attuazione dal 2 maggio 2023; entro i successivi due mesi (entro il 3 luglio 2023)  le piattaforme potenzialmente definite come gatekeeper  dovranno notificare i servizi della loro piattaforma principale alla Commissione, per valutare se raggiungono le soglie stabilite dal Dma. La risposta della Commissione sarà inviata antro 45 giorni, e da quella data i gatekeeper avranno sei mesi di tempo per rispettare i requisiti del Dma, al più tardi entro il 6 marzo 2024.

Nel frattempo, la Commissione sta preparando un regolamento di attuazione che contenga le disposizioni relative aspetti procedurali della notifica.

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