La SI-IES è in prima fila con “Sentieri Digitali” e con il Digital Innovation Hub Virtuale nel parlare e fare proposte nel campo digitale. L’argomento ha molte sfaccettature, a partire dalla tassazione dell’economia digitale. La tassazione dell’economia digitale è uno degli argomenti oggetto di attenzione nel nostro Paese sia dal mondo della produzione che delle politiche di governo. Non vi è dubbio che il digitale è stato ed è in costante evoluzione e ha portato notevoli vantaggi per consumatori ed imprese. Vi è anche interesse da parte del settore fiscale, in quanto molte aziende si sono trasferite in Paesi più favorevoli per avere vantaggi fiscali. Secondo noi servono regole chiare a livello Paese e internazionale per avere un’imposizione in linea con principi di imposizione stabili nel corso degli anni.
Un tema importante riguarda la “stabile organizzazione”, che le imprese web hanno cercato di eludere. Anche l’OCSE è intervenuto sul concetto di stabile organizzazione ed in parte sono state recepite modifiche del modello OCSE e TUIR. La Commissione europea, nel marzo 2018, ha fatto una proposta riguardante una web tax europea. La tassazione dell’economia digitale va a toccare un settore importante quale quello di social network, Google e quant’altro. Questo comporta la creazione di un nuovo modello di business: e-commerce, pubblicità online, sistemi di pagamento online, tecnologia online e cloud computing.
Tornando sulla stabile organizzazione, i problemi relativi alla BEPS sono il nuovo per la stabile organizzazione che va risolto. Parliamo di stabile organizzazione che può essere materiale o occulta. Il ruolo di siti web e service provider sono determinanti e importanti per le competenze di entrambi. Vi sono diverse proposte per la tassazione dell’economia digitale a partire dalla withholding tax; common corporate consolidated tax base (CCTB); bit tax; diverted profit tax.
Infine, la giusta e necessaria web tax va vista a livelli superiori delle nazioni, vale a dire a livello europeo. L’argomento va inquadrato nel sistema mondiale, che come noto ha subito una fase di transizione proprio a causa dell’innovazione tecnologica che ha visto il digitale affermarsi come prima economia globale. Oggi si va avanti con un semplice “click” che consente a tutti noi di svolgere attività e avere i servizi desiderati in qualsiasi luogo e momento eliminando le barriere spaziotemporali e averne benefici. Merita fare degli approfondimenti per l’economia digitale e in particolare per una tassazione equa ed efficace. La SI-IES, nella veste di coordinatore del Digital Innovation Hub Virtuale, è impegnata in maniera particolare nel campo digitale anche nel network europeo. È necessario valutare la differenza tra sistema tradizionale e digitale di un’impresa anche per la concorrenza data dalla presenza fisica di personale per lo svolgimento di attività.
L’OCSE, col già menzionato progetto Action 7, ha posto attenzione alle tematiche del digitale e della stabile organizzazione. Alcune novità meritano di essere segnalate, a partire dalla lista delle sanzioni e dall’introduzione di “significativa presenza digitale” e di virtual permanent establishment. Poi vi è la determinazione del reddito, della stabile organizzazione e specifica analisi sulle royalties, una delle categorie di reddito derivanti da attività poste in essere da imprese digitali. In tutto ciò è bene ricordare che l’Europa ha sempre favorito l“arm’s length principle” ovvero il principio di libera concorrenza, ora sta emergendo la posizione in favore del “profit split method”, mentre negli Stati Uniti si ritiene che il metodo più appropriato sia il formulary apportionment.