Dal 25 settembre anche l’Italia ha il suo Huffington Post (o HuffPo, come viene affettuosamente detto), il fortunato mix di blog, notizie, inchieste e commenti che prende il nome da Arianna Huffington, la sua autrice. Sbarcato negli Stati Uniti 7 anni fa, nel 2011 ha totalizzato 1 miliardo e 200 mila contatti, circa 40 milioni al mese, e in passato ha ospitato personaggi illustri del calibro di Barack Obama e Hillary Clinton, facendo anche giornalismo di qualità: con un reportage sulle condizioni dei reduci di guerra americano, quest’anno il Post si è aggiudicato il Premio Pulitzer.
L’edizione italiana è edita dal Gruppo L’Espresso e diretta da Lucia Annunziata, che prenderà le redini della Huffington. Prima del Bel Paese il blog ha colonizzato Canada, Gran Bretagna, Francia e Spagna e tra le prossime conquiste ci saranno Germania, Brasile e India. Con Pier Paolo Cervi, direttore generale della Divisione Digitale de L’Espresso, ‘è stato amore a prima vista’, ha rivelato Arianna, intervistata il 26 settembre a Roma dal giornalista Franco Di Mare nel ciclo di incontri ‘Leader – femminile singolare’ al Museo Macro.
Mrs. Huffington, ‘The Queen of new media’, è animata da un inguaribile ottimismo (‘vogliamo mostrare il mondo che funziona, dare speranza’) che si concretizza in due sezioni del blog chiamate ‘good news’ e ‘opportunities’, e non crede più nella distinzione tra destra e sinistra: ‘le soluzioni ai problemi che ci affliggono vanno oltre questo confine e richiedono un ampio consenso ‘.
Di speranza e iniziativa la Huffington, ora sessantenne, ne ha avuta molta: nata in Grecia, racconta di aver completato gli studi in Inghilterra grazie ai sacrifici della madre (anche se la gentile signora che mi sedeva accanto durante l’intervista assicura che in un soggiorno studio a New York, dove ha avuto la fortuna di incontrarla all‘epoca, alloggiava al Plaza, sovvenzionata dalla famiglia). Il resto è storia: dal matrimonio con il congressista americano Michael Huffigton alla felice intuizione del Post.
Le pagine del suo blog, che si vanta di poter cambiare il mondo con la sola forza delle idee, sono aperte a tutte le opinioni e a tutti i punti di vista: di qui la scelta un po’ provocatoria dell’intervista inaugurale, caduta su Berlusconi. E sulla libertà di stampa, sotto assedio (usciva in quelle ore la discussa sentenza di condanna per diffamazione di Sallusti, direttore de ‘Il Giornale’), rassicura: ‘Noi ci sentiamo liberi anche qui. Non esistono limiti al giornalismo italiano, e lo dimostreremo dando voce a idee e opinioni diverse’.