NFT, acronimo di Non-Fungible-Token, è stata nominata parola dell’anno secondo il dizionario Collins. Essi sono certificati “di proprietà” su opere digitali, registrati su un particolare archivio, la Blockchain. Parliamo delle versioni originali di video virali, meme, tweet ma anche di opere d’arte.
Gli NFT vivono a stretto contatto con la tecnologia metaverso, il sistema di “regni digitali” online condivisi tramite internet, dove si è rappresentati in 3 dimensioni attraverso il proprio Avatar. Lo stretto legame tra i due ambiti è testimoniato dall’aumento vertiginoso della domanda per terreni digitali nei Metaverse, la quale ha superato ogni altra tipologia di NFT.
Cos’è un NFT
Attraverso tale termine si fa quindi riferimento ad un univoco processo di identificazione di un prodotto digitale creato sul web, sia esso una foto, un video, una gif, un file audio e così via.
La loro nascita e utilizzo sono strettamente legati alla Blockchain, ovvero il database digitale condiviso e immutabile dove è possibile memorizzare la transazione di dati impossibili da alterare, eliminare o manipolare: questo gli permette di avere un valore.
Per fare un esempio concreto la differenza è tra la Gioconda esposta al Louvre, con il suo valore inestimabile in quanto originale e tutte le sue riproduzioni prive di valore. Il sistema è in grado, dunque, di garantire la tracciabilità di tutti i trasferimenti oltre che la trasparenza e la loro verificabilità.
Per fare un esempio concreto la differenza è tra la Gioconda esposta al Louvre, con il suo valore inestimabile in quanto originale e tutte le sue riproduzioni prive di valore. Il sistema è in grado, dunque, di garantire la tracciabilità di tutti i trasferimenti oltre che la trasparenza e la loro verificabilità.
Si tratta di una vera e propria evoluzione del mondo digitale, un metodo che consente di acquistare e vendere file digitali valutati anche per cifre astronomiche. La vendita all’asta per 2,9 milioni di dollari del primo tweet pubblicato nel 2006 da Jack Dorsey, cofondatore e CEO di Twitter, ne è solo l’esempio più lampante. Di recente anche l’ex first lady Melania Trump ha di recente creato una piattaforma su cui vendere alcuni NFT commercializzati in serie limitata, come ad esempio “Melania’s Vision”, un’opera digitale ad acquarello realizzata da Marc-Antoine Coulon ispirato «agli occhi blu cobalto della signora Trump».
L’esempio italiano
Proprio questo business è stato preso a riferimento da due imprenditori appassionati di cryptovalute, blockchain e tecnologia, Achille Minerva e Marco Capria, fondatori di ItaliaNFT, la prima piattaforma italiana per la vendita di token non fungibili dedicata al mondo dell’arte delle eccellenze Made in Italy: «Il mercato degli NFT – spiega Minerva – è pronto a contemplare nel suo panorama una piattaforma che abbia come matrice fondamentale l’italianità, intesa come espressione delle nostre eccellenze (fashion, food, design, arte) che come qualità assoluta e cura dei particolari nel presentare i progetti».