La Commissione Europea preme nella cyber-sicurezza al fine di difendere i dati personali e la data economy europea. Quando si parla di innovazione fa sempre molto piacere, ma subito dopo scatta qualche controindicazione. In questo caso si trattano le tecnologie digitali che consentono a tutti nuove opportunità di connessione. Con la crescita del digitale crescono anche delle preoccupazioni. Nel furto di dati alle aziende ad esempi, è vero che il codice di procedura penale contempla il reato, ma intanto l’azienda muore. Specialmente in un mercato libero e quindi aperto alla concorrenza. In particolare basti pensare ai dati sensibili, alla partecipazione a gare, agli acquisti importanti e alle acquisizioni di azienda. Avere dati riservati vuol dire giocare sporco e vincere la gara!
Anche qui le notizie non sono sempre verificabili, sembra che nel 2016 vi siano stati oltre 4000 attacchi al giorno con ransomware e l’80% delle imprese europee abbia subito un incidente di cybersicurezza. La cybercriminalità è un vero problema per la sicurezza interna. La commissione europea ha proposto la creazione di un’agenzia UE per la cybersicurezza, con il compito di assitere tutti gli stati membri; un nuovo sistema di certificazione per garantire la sicurezza dei prodotti e dei servizi digitali. Il commissario della sicurezza Julian King ha detto: “dobbiamo lavorare insieme per sviluppare la nostra resilienza, guidare l’innovazione tecnologica, irrobustire la deterrenza, rafforzare la tracciabilità e la responsabilità e sfruttare la cooperazione internazionale per promuovere la nostra cybersicurezza collettiva”.
Le nuove misure, secondo il Vice Presidente per il Mercato Digitale, “sono volte a stimolare gli investimenti nell’innovazione ed a promuovere l’igiene cibernetica”. Ancora, tra le novità per il 2018 vi è la nascita di un centro europeo per la ricerca e le competenze in materia di cybersicurezza. Sono tutte buone iniziative, ma hanno le idee chiare sul chi poi deve interfacciarsi con i 27 Paesi? Vi sono strutture omogenee? Come organizzarsi per dare una risposta utile a contrasto degli attacchi e difesa della cybersecurity? Avere scatole importanti è certamente utile, ma poi dobbiamo avere chiaro come riempirle. Abbiamo risorse qualificate oppure affidiamo il tutto ad un povero dirigente che fino al giorno prima era il responsabile della “scuola materna”? È un problema serio e quindi servono nuovi modelli e nuove figure. Ci sono molti giovani preparati, non aspettiamo il giorno dell’evento europeo per poi, come al solito, tamponare o con gente uscita dal mondo del lavoro, o con qualche politico sfortunato o solo con l’amico dell’amico. Questa non è innovazione!