Piano Cingolani: il risparmio energetico spiegato in termini semplici

La probabile chiusura del trasferimento di gas dalla Russia come conseguenza delle sanzioni occidentali, ha reso necessario un piano di revisione dei consumi in modo da poter evitare blocchi sia alle attività produttive sia alla erogazione di energia ai cittadini.

In questi mesi il governo Draghi ha provveduto a diversificare le forniture, ad anticipare il riempimento dei depositi di riserva, ma rimane comunque necessario il contributo di tutti affinché i consumi di gas possono scendere di almeno 3 miliardi di metri cubi.

Il piano presentato dal ministro Cingolani fronteggia l’emergenza gas come misure condivisibili e che non costituiscono un disagio estremo per i cittadini: ritardare l’accensione dei riscaldamenti privati di alcune settimane, ridurre di un grado i termostati, fare attenzione nell’uso comune di apparecchi elettrici a consumi nascosti quali la fase di stand-by.

Ci si ricorda la crisi petrolifera del 1973, quando i programmi televisivi della RAI – unica emittente dell’epoca – terminavano un’ora prima, quando la domenica non si poteva circolare con l’auto, mentre la raccomandazione a ridurre i consumi di elettricità, dagli elettrodomestici alle lampadine era di uso quotidiano nelle singole famiglie.

Oggi, ai critici che ironizzano sulle misure di risparmio proposte dal Ministro, vogliamo ricordare che la difesa dell’ambiente, il problema del climate change, e l’emergenza delle riscaldamento globale richiedono una revisione dei consumi di energia ben più profonda di quella proposta nel piano austerity del governo. Tuttavia, mentre si è disposti ad applaudire la rockstar che inneggia alla difesa della foresta amazzonica, ben diversa è la risposta comune quando viene richiesto di agire personalmente per il cambiamento, anche se ciò significa solo indossare un maglione più pesante nella propria abitazione.

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