Tessere la tela

Tessere la tela, il caso Palamara

Tessere la tela, è questo ciò di cui parleremo oggi. Non parleremo di innovazione, ma piuttosto di attualità. Luca Palamara, ex capo Anm, afferma «Quando ho toccato il cielo, il Sistema ha deciso che dovevo andare all’inferno». Ciò è quanto emerge dal libro-inchiesta di Alessandro Sallusti (direttore di “il Giornale”). Il libro è uscito proprio in questi giorni ed è stato anticipato ieri sui principali quotidiani del paese. Si tratta di un racconto a tutto tondo dell’intricato mondo della magistratura, con intrecci, ricatti e “segreti” che potrebbero sconvolgere gli ambienti della politica e delle stesse procure.

La cornice

In questo libro, Palamara parla da “reietto”. Magistrato radiato dall’ordine giudiziario, svela tutti i principali scontri Stato-giudici degli ultimi 10 anni in Italia. Il quadro che emerge – qualora fosse giudicato verosimile almeno in piccola parte – è già inquietante: un sistema di toghe che voleva controllare, riuscendoci, la politica: «Tutti quelli – colleghi magistrati, importanti leader politici e uomini delle istituzioni molti dei quali tuttora al loro posto – che hanno partecipato con me a tessere questa tela erano pienamente consapevoli di ciò che stava accadendo», spiega Palamara mentre risponde alle domande.

Il quadro

Lo chiama “Il Sistema” e riguarda il crocchio di potere tra Csm, Anm e Procure in grado di influenzare alcuni snodi importanti della precedente vita politica. «il Sistema è il potere della magistratura, che non può essere scalfito: tutti coloro che ci hanno provato vengono abbattuti a colpi di sentenze, o magari attraverso un abile cecchino che, alla vigilia di una nomina, fa uscire notizie o intercettazioni sulla vita privata o i legami pericolosi di un magistrato». È quello che succede anche a Palamara: nel momento del suo massimo trionfo – l’elezione dei suoi candidati alle due più alte cariche della Corte di Cassazione – , comincia la sua caduta, scrive Sallusti.

Altri temi affrontati

Nel libro-verità vengono affrontati altri tempi. Per esempio, di quando e come nacque il caso Consip che portò al decadimento del Governo Conte. Infatti, dopo il pasticcio (doloso) sulle intercettazioni contro il Renzi, Palamara rivela il perché il Csm non prese posizione contro il pm Woodcock. Pure avendo tutte le specifiche per prendere provvedimenti contro un macro-errore giudiziario come quello Consip, «Woodkcock aveva una intercettazione con la quale teneva in scacco Legnini. Fu in questo modo che ottenne che il Cdm non prendesse misure disciplinari nei suoi confronti per il pasticcio Consip». La tesi inquietante rivelata da Palamara è che «dietro ogni nomina c’è un patteggiamento che coinvolge le correnti della magistratura, i membri laici del Csm e, direttamente o indirettamente, i loro referenti politici, e ciò è ampiamente documentabile».

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