Gli USA ostacolano la crescita tecnologica cinese

Gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo chiave nell’impedire alla Cina di raggiungere il suo obiettivo quinquennale di trasformare il paese in un leader tecnologico globale, obiettivo posto nel 2017 da Xi Jinping; all’epoca, il presidente cinese aveva dichiarato i propri obiettivi per migliorare il panorama tecnologico ed economico del paese concentrandosi, sugli settori più promettenti e all’avanguardia nell’innovazione. Invece, il recente 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese ha mostrato rapporti non favorevoli ai piani del Paese e del suo presidente, soprattutto evidenziando forti difficoltà nel futuro.

Saggiamente, gli Usa hanno posto restrizioni e divieti all’esportazione in Cina di tecnologie avanzate, in special modo su chip, supercomputer, 5G ed intelligenza artificiale.

Gli Usa e la Cina sono i due maggiori concorrenti nel settore tecnologico, in una corsa l’una contro l’altra per portare i migliori sviluppi nel mondo: ora, le restrizioni da parte degli Stati Uniti  all’accesso della Cina alla tecnologia,  rendono il paese incapace di perseguire i suoi obiettivi di creare supercomputer e sviluppi di intelligenza artificiale. Soprattutto, preoccupano gli usi militari che Cina intende sviluppare con tali tecnologie. Preoccupa che la Cina si stia avvicinando al suo obiettivo di essere un leader mondiale nell’intelligenza artificiale entro il 2030, secondo una ricerca pubblicata dal  Center for Security in Emerging Technology  (CSET) grazie ai semiconduttori realizzati da aziende americane. Infatti, sulla base di quasi cento documenti pubblicamente disponibili sull’acquisto di processori AI da parte dell’esercito cinese, la maggior parte di essi è stata sviluppata da società americane Nvidia, Xilinx (ora AMD), Intel o Microsemi, secondo la ricerca.

Anche a livello di personale tecnico, le restrizioni stanno modificando i piani di lavoro aziendali: nell’ambito delle restrizioni sui chip, ASML Holdings (detiene il monopolio globale nella distribuzione di sistemi EUV di litografia a raggi ultravioletti estremi) e Lam Research (il fornitore di apparecchiature per la fabbricazione di wafer), i principali fornitori di strumenti per la produzione di chip al mondo, hanno ritirato gli ingegneri americani che operavano in Cina.

Poiché ingegneri e dirigenti con passaporti o cittadinanza statunitensi svolgono un ruolo significativo nel fiorente settore dei chip in Cina, si prevede che le limitazioni più recenti danneggeranno l’industria dei semiconduttori del paese.

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