Dalla seconda metà del 2022 è attivo il Listing Act, mediante cui la Commissione Europea vuole attrarre 47 miliardi di dollari (45 miliardi di euro) in fondi di capitale privato, destinati alle aziende “deep-tech”. Il Listing Act consentirà ai fondatori e alle famiglie di mantenere il controllo dopo la quotazione, raccogliendo una maggiore quantità di fondi e godendo dei vantaggi associati alla quotazione.
Finora, l’Europa è stata in ritardo rispetto a Cina e Stati Uniti riguardo gli incentivi rivolti alle società deep-tech. L’UE ritiene che i mercati dei capitali di rischio nella regione sembrino allo stesso tempo avversi al rischio e frammentati.
Per comprendere le volontà della UE è utile rileggere le parole di Mariya Gabriel, commissario per l’innovazione: “L’Europa ha bisogno di attirare investitori istituzionali per investire in innovazioni tecnologiche profonde. Aumentare la quota di capitale europeo investito in società innovative e startup è uno dei nostri obiettivi principali. Ciò può portare le aziende a trasferire la propria sede centrale in Europa”.
Nel contempo, l’UE sta implementando altre modalità di incentivo, quali gli aiuti di Stato nel settore della sperimentazione di infrastrutture e test.
Se le aziende vogliono esercitare le loro “norme flessibili”, è necessario disporre di “sandbox regolamentari”.
Per estendere l’aiuto ai nuovi lavoratori, le startup potrebbero iniziare a offrire stock option. Ciò può essere ottenuto istituendo una task force speciale per questo.
Va notato che l’UE sembra essere dietro ad altre aree economiche riguardo la corsa globale ai talenti, che preferiscono attualmente gli Stati Uniti; l’UE mira ad accogliere circa un milione di ricercatori, attirandole dai Paesi del terzo mondo facilitando l’elaborazione dei visti di lavoro per i futuri lavoratori. Inoltre, la Commissione sta affrontando la questione di genere e diversità delle risorse umane, avendo osservato che solo poche donne lavorano nel settore della tecnologia profonda.