Google l’accordo per la sanità

Il recente passaggio alla registrazione digitale delle cartelle cliniche e di altre informazioni sanitarie ha creato una mole di dati notevole tale che in questo nuovo mercato si stanno concentrando grandi protagonisti tech e start up specializzate. Tra questi espande la sua presenza nel mondo sanitario Google che ha concluso l’accordo con un catena di strutture ospedaliere americana, la HCA Healthcare, in tale accordo si svilupperanno algoritmi sanitari, usando i dati dei pazienti dei dispositivi medici, che aiutino a migliorare l’operatività nelle strutture ispedaliere, nel monitoraggio dei pazienti e nel supporto alle decisioni. Inoltre, i dati di ogni paziente potranno essere estrapolati in tempo reale. Lo scopo è quello di fornire avvisi, basati sugli algoritmi, su quando le condizioni di un paziente peggiorino.

 

Critiche sulla privacy

Ma sono state immediate le polemiche sulla tutela della privacy dei dati sanitari. Infatti, la HCA raccoglie dati sanitari con una mole di 32 milioni di visite ogni anno con più di 2000 siti in 20 stati. La legge consente agli ospedali e ad alcune altre società sanitarie, come gli assicuratori sanitari, di condividere le informazioni con società terze. Devono però rispettare una stringente normativa sulla tutela della privacy. Secondo alcuni esperti andrebbe aggiornata la protezione della privacy e sui requisiti di consenso informato. Inoltre, il Chief Medical Officer di HCA ha dichiarato che i dati vengono scorporati da ogni paziente in tempo reale. Successivamente verranno forniti i dati a Google.

 

Google e gli accordi

Google non è il primo accordo che fa in campo sanitario. Infatti, ha raggiunto accordi con Mayo Clinic in cui combina l’archiviazione di grandi quantità di dati medici. Altro accordo con Ascension, uno dei principali attori in campo sanitario e l’università di Chicago Medical Center, tra l’altro con una causa vinta in favore di Google.

 

In Europa, Google, è entrata sotto la lente del regolatore con il caso FitBit e sono passati mesi di controllo della concorrenza prima di avere l’autorizzazione a operare.

 

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