Ancora arte e innovazione. L’arte, in tutte le sue forme, è un buon ingrediente per operare il concetto di resilienza di cui tanto stiamo sentendo parlare in questo particolare momento storico che stiamo vivendo e che ci costringe a restare tra le mura domestiche. Gli eventi sono stati rimandati a date da destinarsi, non potremo per un po’ uscire e oltrepassare i varchi di cinema, teatri, musei ma possiamo ancora ammirare e apprezzare ciò che ci circonda stando a casa. E come se non con Smartphone e Tablet. Sono il mezzo che ci fa spaziare da Milano a Torino per osservare l’arte urbana. Si parla di “Maua”, un museo a cielo aperto (così lo hanno definito gli ideatori) che posiziona il suo focus sulle aree metropolitane in questione per osservare la street art.
Collezioni a cielo aperto e senza pareti, o meglio, possiamo immaginare di avere opere nella stanza che con la realtà aumentata ci portano in una dimensione di filmati, musiche e altri contenuti. L’idea di questo “viaggio per le strade urbane” nasce da una startup creata nel 2014 da alcuni giovani che hanno pensato che “in fin dei conti è proprio il mondo che ci circonda ad essere esso stesso uno spazio espositivo”. Ed ecco che nasce la volontà di raccogliere le opere urbane e convogliare tutti i professionisti della creatività dai grafici ai designer, dai videomaker ai sound designer, dagli illustratori agli storyteller che vogliono produrre le loro opere in realtà aumentata. Inizialmente non fu facile, spiegano i ragazzi ideatore della startup, dal momento che ancora non si sapeva lavorare con le tecnologie più avanzate. Col tempo si sono specializzati, sono infatti nate anche nuove professioni, e adesso si contano due musei immateriali che hanno superato le 350 mila visualizzazioni.
Dal “vecchio” al nuovo, o se aggrada di più, dal tradizionale all’innovativo. In questo processo sono stati coinvolti anche alcuni studenti facenti parte del progetto “alternanza scuola-lavoro” che hanno selezionato centinaia di opere di street art che dovevano essere “innovate”, arricchite con i contenuti virtuali e che ciascuno può vedere tramite una apposita App. Installazioni virtuali per la collettività che possono suscitare oltre al senso di curiosità verso opere che non conoscevamo, anche un senso di creatività che non immaginavamo di avere.