Disinformazione: WhatsApp frena l’inoltro dei messaggi nel tentativo di scoraggiare fenomeni come lo sciagurato linciaggio avvenuto in India

WhatsApp, dopo essere stata accusata di favorire la diffusione di notizie false, sta testando una misura globale per contenere l’inoltro dei messaggi. Questa decisione avviene in seguito alla vasta diffusione di notizie "fake" avvenuta in India relativa a dei falsi allarmi su dei rapimenti di bambini. Questo ha scatenato un’azione di linciaggio diffuso contro una minoranza con il conseguente omicidio di molte persone innocenti.  Visti tali tragici avvenimenti è arrivata la richiesta perentoria dell’autorità di intervenire sull’accaduto per contenere la diffusione di notizie false.

La violenza è stata innescata da una vasta mole di messaggi falsi diffusi in India, il più grande mercato di WhatsApp con oltre 200 milioni di utenti, questo ha stimolato le richieste del governo di impedire la circolazione di testi falsi e di contenuti provocatori. I falsi messaggi sui rapimenti di bambini diffusi su WhatsApp hanno portato all’aggressione in massa  di più di una dozzina di persone.

Così WhatsApp dopo un iniziale remissione ha deciso di intervenire adottando delle contromisure e andando a controllare e limitare gli inoltri di messaggi non originali. Oltre a questo provvedimento, ha eliminato anche la funzione di inoltro rapido con il pulsante posizionato accanto ai messaggi multimediali. Da WhatsApp fanno sapere che gli interventi aiuteranno a mantenere WhatsApp così come è stato concepito: ovvero un’app di messaggistica privata. WhatsApp però per quanto riguarda i test che apporterà a livello globale non ha ancora esplicitato quale sarà il limite di messaggi che si potranno inoltrare, ma si sa che in India l’intervento ha bloccato a 5 il limite massimo di inoltri, così sarà sia tra individui che tra gruppi. Entrambe le mosse sono progettate per scoraggiare gli utenti pericolosi in India, un paese che diffonde il più alto numero di messaggi, fotografie e video. WhatsApp fa sapere che incontrerà anche organismi non governativi e altri gruppi a Nuova Delhi, la capitale, per discutere dei modi per frenare la diffusione di messaggi falsi.

Il Ministero della Tecnologia Indiana, che già aveva accusato WhatsApp perchè andava a favorire un uso improprio dell’informazione, ha quindi richiesto misure più efficaci per garantire la responsabilità e facilitare l’applicazione della legge, da cui sono arrivati i maggiori impegni del social network mobile.

"Quando le voci e le notizie false vengono propagate da mercanti d’azzardo, il mezzo utilizzato per tale propagazione non può eludere le proprie responsabilità ", quanto detto dal Ministero. "Se restano spettatori muti, essi sono passibili di essere trattati come complici e favoreggiatori, successivamente dovranno assumersene le conseguenti azioni e responsabilità legali". A WhatsApp è stato detto che il problema è molto serio e "merita una risposta più sensibile", ha aggiunto il Ministro.

In risposta alla precedente chiamata del Ministero, WhatsApp aveva implementato una nuova funzionalità per etichettare i messaggi inoltrati e avvisare i destinatari degli avvisi per il quale il mittente non aveva creato appositamente il messaggio. Nel suo primo tentativo di combattere la raffica di messaggi falsi, la scorsa settimana la ditta ha diffuso messaggi pubblicitari sui principali giornali indiani, allo scopo di dissipare la disinformazione. Ma ha anche affermato che è necessaria una partnership con il governo e la società per frenare la diffusione di informazioni false. Lo scorso fine settimana la polizia ha arrestato più di 48 persone, secondo le loro dichiarazioni, facenti parte di una banda che ha ucciso un lavoratore dell’industria tecnologica nel sud dell’India per i sospetti che lui e un gruppo di suoi amici fossero dei rapitori di minori.

Certamente la deriva del web che somma viralità e falsificazione, in India, ha dato dimostrazione più che mai dei suoi effetti più devastanti, oggi a maggior ragione non si può più restare indifferenti alla disinformazione di un nuovo media e di una rete che era nata all’insegna della trasparenza e della disintermediazione. Ora è bene intervenire a livello globale per far si che simili discorsi non si propaghino con conseguenze analoghe o allo stesso modo devianti.

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