Italia connessa: ma ancora non è abbastanza

È forse vero che bisognava che arrivasse un terribile virus per capire cosa riparare, modificare, eliminare o aggiungere nel nostro Paese? Quali servizi devono essere potenziati? Cosa davvero deve funzionare alla perfezione per far sì che una società possa definirsi civile. Ancor prima di puntare il dito contro qualcuno o qualcosa, sarebbe più utile cercare quasi di “approfittare” di questo momento di crisi per capire come e dove poter migliorare agendo nel modo più rapido possibile.
 
“La rete ha tenuto bene”, “gli utenti hanno capito l’importanza di avere una buona connessione in casa. Lo smart working e lo smart learning resteranno, non torneranno indietro”. Si pronuncia con queste rassicuranti e quantomai incoraggianti parole Innocenzo Genna, esperto di regolamentazione europea delle telecomunicazioni e di internet- presidente di ECTA (2007-2009) l’associazione europea degli operatori alternativi di telecomunicazioni. L’emergenza in corso ha certamente accelerato la digitalizzazione e con essa anche un po’ di burocrazia per velocizzare lo sviluppo delle infrastrutture di TLC sul territorio. Tuttavia, la mancanza di investimenti in questo settore, negli ultimi anni, ha esposto l’Italia al 24° posto fra i 28 Paesi UE (dati del 2019) nell’indice Desi- digitalizzazione dell’economia e della società della Commissione europea. Malgrado ciò, la società italiana Open Fiber che si occupa di realizzazione, gestione e manutenzione della rete in fibra ottica con tecnologia Fiber to the home (FTTH) si posiziona al terzo posto in Europa dopo la società spagnola Telefonica e la francese Orange per unità immobiliari connesse in fibra ottica FTTH.
 
L’Europa sta puntando molto sulla digitalizzazione e cerca di indurre tutti i Paesi ad adottare e sviluppare la banda ultra-larga avendo come target la creazione di una “Gigabit Society” entro il 2025. In questo momento storico è ancor più indispensabile investire nelle infrastrutture digitali visto e considerato, con grande spettacolarità di ciò di cui è capace una connessione veloce e di qualità, che le telecomunicazioni sono state e continuano ad essere un valore per la società. Pensiamo se non avessimo avuto una connessione internet: non avremmo potuto connetterci via web, non ci sarebbe stato lo smart working, l’e-learning, le chat di gruppo e l’e-commerce. L’Italia probabilmente avrebbe dovuto interfacciarsi con il quadruplo, forse riduttivo, delle problematiche che deve affrontare adesso. Perciò, questi stili di vita che stiamo adottando oramai da due mesi dovranno essere supportati per essere resi fruibili da tutti, considerando che in alcune zone e alcune famiglie non sono raggiunte dalla fibra ottica, per non lasciare nessuno indietro in questa sfida collettiva in cui ognuno può davvero fare la sua parte e salvare questo Paese.

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