Purtroppo, i numeri rilevano che circa il 24,4% dei cittadini europei rischia di subire un processo di marginalizzazione e riguarda per lo più la fascia compresa tra i 18 e i 24 anni. Bisogna ripartire insieme: le zone più dinamiche dovrebbero coordinarsi e dare una spinta alle periferie per creare un effetto di “riassorbimento” e inclusione sociale, estremamente importante specialmente in età adolescenziale. Così sono nati progetti che utilizzano la tecnologia e le piattaforme digitali che si potranno utilizzare in appositi laboratori che diventeranno luoghi di aggregazione, socialità, crescita e confronto attraverso i settori della robotica, dell’educazione ambientale, dell’economia circolare (cosa è e come si applica), l’importanza della valorizzazione del territorio e una sensibilizzazione verso i cambiamenti climatici.
È la pura formazione e chiaramente i ragazzi saranno affiancati da insegnanti, a volte anche genitori, che consente di prendere parte al futuro da protagonisti veri e non spettatori passivi. Tutti devono poter essere in grado di far parte di un mondo cosmopolita. Un altro esempio di progetto finalizzato alla promozione delle zone più complesse è “Memex”, una App sviluppata dall’Istituto Italiano di Tecnologia che a Genova vuole fare in modo che ci sia l’autopromozione del territorio. Con questa applicazione, finanziata dall’Unione Europea con 4 milioni di euro, ognuno dai propri Smartphone potrà rilanciare il patrimonio artistico e culturale più sconosciuto di Genova, e quindi valorizzare quelle aree che troppo spesso vengono dimenticate ma che hanno un grande potenziale, a partire dalle persone che ci vivono. Creare influenze positive sempre e alla fine le storie più affascinanti emergono proprio da queste zone.