Difendiamo Greta

Sì! Difendiamo questa giovane studentessa che ha concluso da poco le scuole medie e si è ritrovata nelle prime file delle manifestazioni e tra i banchi dell’ONU, non per sua volontà o capacità. Quanti ragazzi di scuola media o delle superiori partecipano o sono precursori di iniziative in difesa dell’ambiente, per una scuola migliore, per un domani con maggiori certezze? Nessuno di questi giovani è stato, per sua fortuna, strumentalizzato da singole persone o associazioni in generale. Nessuno al mondo ha inteso dare un contributo alla giovane studentessa affetta dalla sindrome di Asperger (abbreviata SA). Si tratta di un disturbo pervasivo dello sviluppo, annoverato tra i disturbi dello spettro autistico ma con effetti e complicazioni meno gravi. Non comportando ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche e disabilità intellettive, è considerata un disturbo “ad alto funzionamento”.
 
Questo è un lato della storia che abbiamo imparato a conoscere. Adesso tenteremo di mostrare l’altro lato tanto “ambivalente” quanto immaginabile del corso degli eventi che vedono protagonisti: Greta Thunberg, classe 2003, sua madre e un signore esperto di marketing.
 
Greta ha incominciato il suo attivismo il 20 agosto 2018 dinanzi al Parlamento di Stoccolma. A farle “compagnia” un cartello con scritto “Skolstrejk for klimatet” (Sciopero della scuola per il clima). Fino a qui tutto bene se l’aver saltato la scuola fosse stato un episodio circoscritto. La domanda è come si sia arrivati al “fenomeno Greta”. Come è stato possibile che in pochissimo tempo sia diventata un fenomeno globale. Ella è figlia della celebre cantante Malena Ernman- che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. Ha una pagina Facebook che vanta circa 200.000 like e a distanza di soli 4 giorni dalla prima protesta della figlia, ha pubblicato un libro dal titolo “Scenes from the Heart”. Una casualità sulla quale si poteva indugiare. Ma andando avanti con la ricerca, si scopre che vi è un terzo personaggio legato a questa famiglia: Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità. Costui risulta essere proprietario della startup “We Do Not Have Time”, fondata nel settembre 2017 per promuovere il lancio di un nuovo Social Network al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema climatico.
Il 24 novembre 2018 l’esperto di marketing ha pensato bene di inserire la stessa Greta Thunberg nel board della società. Solo 3 giorni dopo la società ha lanciato una campagna di crowdfunding che ha raccolto 2,8 milioni di euro. Verrebbe da pensare che la giovane Greta sia semplicemente una macchina da soldi nelle mani di persone molto esperte del mondo degli affari. Ma c’è un ultimo particolare che riguarda Ingmar Rentzhog e che dirige verso facili conclusioni politiche e ideologiche. Questo guru del marketing, CEO e Founder della fortunata startup, è stato assunto come presidente del Think Tank Global Utmaning nel maggio del 2018. Fondatrice di questo laboratorio di pensiero è Kristina Persson, ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico tra il 2014 e il 2016. Le posizioni sostenute dal Think Tank esprimono la necessità di combattere i “nazionalismi” che stanno emergendo, a loro avviso, in Europa e nel Mondo. [Fonte: Business & Socialism]
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