Next Generation EU
Il mio interesse per quanto riguarda il progetto Recovery Fund in questo momento è sul piano dell’analisi, dei contenuti e dei campi interessati. Debbo ancora tentare di esaminare l’intero pacchetto che rientra nel Next Generation EU, occasione irripetibile per tentare di venire fuori dalla situazione pandemica in maniera rinvigorita. Con questa iniziativa si cerca di trasformare la nostra economia creando opportunità, soprattutto per i giovani. A parole tutto sembra già risolto, mentre ai fatti siamo a quota zero. Molti sostengono che abbiamo tutti gli ingredienti che servono per far diventare il piano una realtà. Complessivamente si parla di 750 mld di euro, di cui 200 per il nostro paese. Finora non siamo stati mai in grado di spendere tutti i soldi provenienti dall’Europa ed il più delle volte siamo stati multati e costretti a mandarli al mittente.
RescEu
Il piano dovrebbe soffermarsi in modo concreto e serio per la parte della ricerca e dell’innovazione; tentare di trovare soluzioni e indicazioni per la parte della transazione energetica e digitale; creare i presupposti per la ripresa e la resilienza. Per poter intervenire in maniere sempre più veloce l’Europa ha anche deciso di puntare sul Meccanismo di protezione civile UE che dal 2019 si serve del RescEU con cui viene fornita assistenza ai paesi colpiti da catastrofi. L’esperienza Covid ha spinto gli stati europei a puntare sul Meccanismo di protezione civile che per il 2021-27 potrà contare su 3 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi provenienti da Next Generation Eu.
Il quadro finanziario in sintesi
Il quadro finanziario, in sintesi, è il seguente: mercato unico, innovazione e agenda digitale 133 mld; coesione resilienza e valori 378 mld; risorse naturali ed ambientali 356 mld; migrazione e gestione delle frontiere 23 mld; sicurezza e difesa 13 mld; vicinato e resto del mondo 98 mld; pubblica amministrazione europea 73 mld; per un totale per Quadro Finanziario Pluriennale pari 1074 mld. Il fulcro centrale è Next Generation EU che metterà a diposizione 672 mld di euro di prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli stati membri.