Perché l’Italia non riesce a spendere i fondi europei

I fondi strutturali sono strumenti di investimento creati e gestiti dall’Unione Europea con lo scopo di finanziare progetti di sviluppo all’interno dell’Unione. Nascono con l’obiettivo di aumentare la competitività, l’occupazione e ridurre le disparità dei territori dei diversi Stati membri. Tali fondi hanno cicli di sette anni, allo scadere dei quali vengono rifinanziati e ridefiniti per rispondere ad eventuali necessità che possono essersi manifestate.

L’Italia è ultima tra i Big europei nell’utilizzo della sua quota di fondi strutturali e d’investimento. Dei 73 milioni di € destinati al nostro paese solo il 13% è stato assegnato a progetti, a differenza dei governi europei che hanno messo in atto ogni tipologia di politica a favore dell’utilizzo dei fondi da parte di tutti i soggetti destinatari, e che si sono preoccupati di sfruttare i finanziamenti europei anche per superare la difficile congiuntura economica. Sul podio dei migliori nell’utilizzo dei fondi europei troviamo Belgio, Finlandia e Irlanda, con oltre il 40% di fondi sbloccati. Ma anche economie forti come quella tedesca riescono a fare meglio di noi con oltre il 30% dei fondi utilizzati.

I principali ostacoli che l’Italia incontra nello spendere i fondi sono: l’eccessiva burocrazia europea ed italiana, che spesso non  permette un facile accesso da parte delle PMI e dei singoli cittadini; la scarsa organizzazione della macchina amministrativa statale; la mancata informazione di cosa sono i fondi e a chi o cosa sono destinati.

Le Regioni, attori principali nell’utilizzo dei fondi, spesso non possiedono il Know How necessario e non si preoccupano di sopperire alla loro incapacità, in particolare al sud. Difficoltà ricorrente degli enti locali è il reperire le quote necessarie al cofinanziamento, dato che la classe dirigente di Regioni e Comuni è spesso troppo impegnata a salvaguardare i propri privilegi, non trovano la liquidità da destinare ai progetti. A dare il suo contributo troviamo anche la politica locale che, ad ogni tornata elettorale, provoca una riassetto dei quadri dirigenti con la relativa perdita delle professionalità necessarie allo svolgimento dei progetti e dalla relativa erogazione dei fondi.

I fondi dell’attuale programmazione 2014-2020 -Horizon 2020- sono:

– FSE – fondo sociale europeo

– FESR – fondo europeo di sviluppo regionale

– FEASR – fondo europeo agricolo per lo sviluppo

– FEAMP – fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca

– Fondo di coesione

– CTE – fondo cooperazione territoriale europea 

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