La risposta di Giancarlo Giudici, ospite di “Heroes, meet in Maratea”
Dal 21 al 23 settembre a Heroes, meet in Maratea si parlerà di Equity Crowdfunding e di come raccogliere fondi per le startup sfruttando al meglio gli strumenti del web. Quali possibilità ci sono di raccogliere fondi online e per gli investitori privati e istituzionali di investire in progetti innovativi? Ad affrontare il tema sarà Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio Crowdfunding del Politecnico di Milano e conduttore di uno speciale workshop sulla finanza alternativa per le nuove imprese.
Il Crowdinvesting, che nel 2016 nel nostro Paese ha mosso circa 120 milioni di euro, è un tema caldo per la nascita e la crescita delle startup che, come è noto, necessitano di fiducia per poter spiccare il volo. Ed è proprio per questo che il Crowdfunding si è ormai imposto come utile strumento finanziario.
Sebbene l’idea di “mobilitare” le folle per raccogliere denaro non sia nuova, è grazie all’avvento di Internet che il Crowdfunding si è affermato come opportunità di finanziamento, attraverso la nascita di portali dedicati e specializzati, a partire dal 2010. Il boom è avvenuto negli USA grazie a piattaforme come Kickstarter e Indiegogo, ma ben presto si è capito che il Crowdfunding poteva essere utilizzato anche per raccogliere capitali per finanziare progetti imprenditoriali sotto forma di investimenti.
È però necessario prestare attenzione alle differenti modalità in cui il Crowdfunding si esprime e, in particolare, alle sue declinazioni:
– Equity Crowdfunding: a fronte del contributo in denaro si diventa a tutti gli effetti soci del proponente, sottoscrivendo titoli partecipativi del capitale di un’impresa (in Italia al momento tale opportunità è riservata solo alle PMI).
– Lending Crowdfunding: il finanziamento è del tutto simile a un prestito bancario, con il riconoscimento di un tasso di interesse e la promessa di rimborsare il capitale. Nell’Invoice Trading invece l’impresa proponente si finanzia cedendo attraverso Internet una fattura commerciale (analogamente al Factoring) che viene acquistata a sconto da investitori privati, i quali incasseranno la fattura al pagamento da parte del cliente.
Con le piattaforme di Equity e Lending, dunque, è possibile trovare soci e credito online affidandosi esclusivamente alle informazioni fornite dai portali, ed eventualmente ad altre soft information come ad esempio la reputazione dei proponenti, le opinioni degli altri contributori, i social network. Va da sé che occorre essere molto attenti: si tratta di investimenti abbastanza rischiosi. Non a caso si tratta di ambiti costantemente monitorati dalle autorità di mercato come Consob e Banca d’Italia, che però non hanno potere di intervenire sulle singole offerte.
In Italia, tuttavia, l’industria sta crescendo velocemente: nuove piattaforme sono nate negli ultimi mesi e sempre più imprese utilizzano il Crowdfunding. Rimane comunque un gap rispetto agli altri paesi. Sicuramente gli italiani (in particolare sopra una certa età) sono meno abituati a utilizzare Internet per investire denaro.
Per quanto riguarda l’Equity Crowdfunding, però, la normativa italiana è chiara e gli incentivi sono consistenti (detrazione fiscale 30% per gli investimenti nelle startup e PMI innovative). Al contrario, per il Lending e l’Invoice Trading occorre una normativa specifica che dia sicurezza agli operatori e l’equiparazione fiscale alle altre rendite finanziarie, magari utilizzando anche la leva degli incentivi dei PIR.