L’Italia e il percorso verso l’Industria 4.0

Tre parole d’ordine: innovare, modernizzare e digitalizzare. Il Piano per l’Industria 4.0 lanciato in questi giorni passa per diversi paletti fondamentali. Le direttrici di intervento riguardano investimenti innovativi, infrastrutture abilitanti, competenze e ricerca, awareness e governance per sensibilizzare il settore industriale.

In primis, proprio in termini di infrastrutture abilitanti, si parla di diffusione della Banda Ultralarga, necessaria allo sviluppo del paese. L’obiettivo è di coprire entro il 2020 il 100% delle aziende con la BUL a 30 Mega, entro la stessa deadline, inoltre, si dovrà assicurare ad almeno la metà delle aziende di contare sui 100 Mbit/s.

Oltre alle infrastrutture si ribadisce l’importanza degli incentivi fiscali, il sostegno al venture capital, per un volume complessivo di risorse pubbliche aggiuntive per l’industria dal 2017 al 2020 che si aggira sui 7 miliardi.

Fra le esigenze principali si guarda alla formazione nelle scuole, ai centri di ricerca ed al legame con le industrie. Proprio per la ricerca è stato quadruplicato il limite di credito massimo per beneficiario da 5 a 20 milioni annui. Fondamentale è la diffusione della cultura della manifattura intelligente. Tale “alfabetizzazione” va fatta a partire dalle scuole, raggiungendo tutti gli studenti della scuola primaria e secondaria, oltre agli studenti delle superiori con l’alternanza scuola-lavoro, ideale in tal senso il Piano Scuola Digitale. Buona parte dei fondi andrà a sviluppare nuovi corsi universitari 4.0 per studenti e nuovi manager. Si segue dunque un linea vigorosa per un ampliamento dell’offerta formativa ad alta specializzazione tecnologica.

Sempre nel triangolo che lega formazione, ricerca e impresa, si investe sul potenziamento del cluster nazionale fabbrica intelligente e sulla creazione di competence center legati a poli universitari di eccellenza a cui dare il compito di fare formazione e sperimentare nuove tecnologie insieme alle imprese.

Quando si parla di modernizzare, uno dei focus è ridurre l’incidenza delle macchine vetuste, rinnovando tutto il parco macchine dell’industria. L’intento è di accrescere la competitività, migliorare il contesto in cui si battono le aziende italiane e fornire prodotti sempre più performanti generando un circolo virtuoso che favorisca tutta la filiera manifatturiera.

Considerando l’avanzamento tecnologico necessario, il Piano Nazionale per l’Industria 4.0 sottoliena che le tecnologie prioritarie per il sistema industriale del nostro Paese sono:

– Sensoristica hi-tech;

– Smart factory;

– Automazione;

– Sistemi produttivi;

– Manifattura additiva…

…laddove gli skill individuati come qualificanti sono: meccatronica, robotica, robotica collaborativa, internet delle cose, big data, cloud computing, sicurezza informatica, stampa 3D, sistemi di virtualizzazione e similazione di prodotto, nanotecnologie, materiali intelligenti e analisi degli aspetti legati alle competenze manageriali.

Tra questi sembra proprio che Cloud e IoT possano essere il principale motore della crescita e della diffusione del digitale. Questi mercati si stanno espandendo a grandi velocità con incrementi rispettivamente del del 29%(699,6 milioni) e del 16,4%(815 milioni).

La trasformazione dell’industria digitale, costituirà una vera rivoluzione industriale 4.0, andrà a rendere interconnesso l’intero ciclo produttivo, ridefinendo catene del valore e modelli di business. Di fianco ad un grande avanzamento digitale ci deve essere però, come abbiamo più volte ribadito, anche un salto culturale. Per fornire una proposta competitiva l’Italia, dunque, dovrà compiere un upgrade che vada oltre la componente meramente tecnologica e infrastrutturale. I propositi ci sono tutti, il piano strategico nazionale è stato varato, ora sta a tutti noi darci da fare.

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