La sicurezza marittima dell’Est asiatico e il ruolo dell’Asean

Con la fine del secondo conflitto mondiale e la divisione in blocchi del mondo, l’Asia è diventata uno dei tanti scenari di scontro tra le due superpotenze. Il processo di integrazione regionale tra i paesi della regione, è stato a sua volta influenzato nel suo processo di integrazione. Regolari rapporti diplomatici tra i paesi del sud est asiatico e della zona pacifica non sono esistiti fino alla metà degli anni ottanta, sostituiti da rapporti bilaterali spesso all’interno dei blocchi di appartenenza. Gli USA da nemici del Giappone imperiale, sono divenuti i principali partner commerciali ed alleati contro le minacce sovietiche di Giappone e Corea del Sud. Le relazioni diplomatiche tra Giappone, Corea del Sud e USA, hanno influito sull’assetto geo-politico della regione, condizionando anche lo sviluppo di un’organizzazione di cooperazione regionale. La prima organizzazione multilaterale nata nel 1967 è l’ASEAN – Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico – nata con lo scopo di agevolare la cooperazione tra gli Stati della Regione per sviluppare rapporti economici e di cooperazione e per accelerarne la stabilità dell’area. All’interno dell’organizzazione ogni stato membro con pari diritto di voto, e pari peso riguardo alle decisioni prese in seno all’organizzazione poteva lavorare a favore di un positivo processo integrativo. Questa uguaglianza nominale non ha trovato spesso riscontro nei fatti, vista la progressiva crescita della forza economico-militare della Cina, accompagnata da uno stallo da parte del Giappone e della Corea del Sud. La politica cinese ha intrapreso politiche unilaterali spesso in contrasto con i principi e le decisioni dell’ASEAN.

Verso la fine degli anni novanta la Cina ha avviato una serie di politiche internazionali che hanno modificato gli assetti di forza della regione, portando il gigante asiatico ad essere il principale attore della zona grazie alla sua economia trainante. La politica cinese, all’alba del nuovo millennio, ha visto una forte iniziativa in campo sia in campo economico sia militare, portando all’espansione della sua influenza nel mar cinese orientale, fino a rivendicare le isole Senkaku (Diaoyu in cinese) isolotti dal grande valore strategico che storicamente sono un territorio giapponese, riconosciuto come tale anche a livello internazionale. L’importanza di entità di cooperazione regionale nel sud-est asiatico e nella zona del pacifico,  svolge un ruolo fondamentale per l’equilibrio e la stabilità della zona; con particolare attenzione in particolare sulla sicurezza delle vie del mare. Il Mar cinese è una vie commerciali e militare fondamentale per la Cina e per le sue forze armate, che utilizzano quelle tratte come via di collegamento verso l’India e le tratte occidentali. Il bacino del Mar cinese è una zone di interesse strategico per il controllo dell’area del Pacifico. Non a caso la marina militare cinese negli ultimi anni, ha registrato un incremento di mezzi considerevole, ma mai reso noto da parte del governo cinese, portando le sue dimensioni a competere sia con le forze navali di tutti i paesi limitrofi ma anche con la marina statunitense. Il Pacifico è a tutt’oggi  soggetto ad una forte pressione militare, sia per conto delle forze cinesi da un lato e nippo-americane dall’altro, ma anche a causa dell’incognita rappresentata dalla Corea del Nord; regime militare con cui solo la Cina intrattiene relazioni diplomatiche, spesso non facili, e le cui continue violazioni dei trattati sulle armi nucleari e sulle armi balistiche alzano pericolosamente la tensione a livello internazionale.

Il convegno organizzato dall’Istituto Affari internazionali tenutosi a Roma, con la collaborazione dell’Ambasciata giapponese, ha trattato questi argomenti. Tra i relatori la Professoressa Mie Oba dell’Università di Tokyo, ha illustrato l’evoluzione del regionalismo nel sud-est asiatico. Descrivendone l’evoluzione degli equilibri e l’affermarsi degli attori principali e dei rispettivi alleati internazionali. La professoressa Oba ha posto particolare attenzione riguardo l’evoluzione delle politiche Statunitensi nell’area del sud-est asiatico. Confrontando l’Agenda internazionale della passata amministrazione Obama; particolarmente attiva e presente nel contesto asiatico, con un programma di accordi multilaterali volti a mantenere un equilibrio comune, e favorevole all’apertura di rapporti diplomatici con la Corea dal Nord. Rispetto all’attuale amministrazione Trump, che preferisce approcci bilaterale e riserva un approccio esclusivo alla Cina, oltre alla chiusura già flebili rapporti con la Corea del Nord. 

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