5 abitudini considerate “salutari” che non fanno poi così bene

Ci sono delle abitudini che pensiamo che siano utili, che ci diano una spinta, che incrementino la nostra produttività mentale e fisica. Molte di queste abitudini però, che definiamo “produttive” in realtà ci penalizzano, anzi non agevolano l’efficienza e il funzionamento del nostro corpo, in particolare in termini di funzione celebrale. La neuroscienziata Tara Swart, in un interessante approfondimento per Fast Company, ad esempio, sostiene che alcune modifiche a certe di queste abitudini potranno migliorare il nostro apprendimento, la creatività e la capacità di recupero mentale.

L’esercizo fisico, la nutrizione, la caffeina, abbiamo sempre pensato che servano a darci una spinta e giovamento al nostro cervello; in teoria si da per assodato che siano delle pratiche produttive ma secondo questa neuroscienziata, in realtà, hanno maggiori probabilità di ostacolare la funzione cerebrale piuttosto che aumentarla. La Swart invece ci consiglia su queste abitudini cosa dovremmo fare per cambiarle veramente in meglio:

Jogging e ciclismo in città

Certamente fare jogging e bicicletta in città non è il massimo perchè se è vero che a livello di esercizio cardiovascolare è un ottimo modo per aumentare la vigilanza, l’umore e l’apprendimento, l’inalazione di aria inquinata andrebbe ad annullare gran parte del beneficio. Il particolato che deriva dal gas di scarico delle auto è dannoso per il cervello e può contribuire a neuroinfiammazioni e declino cognitivo.

Perciò la Swart per coloro che abitano in città e non possono fare corsette immersi nella natura di optare per una palestra. Per chi proprio non può rinunciare all’aria aperta si consiglia di frequentare i parchi e sentieri boschivi, i tratti meno trafficati o dotarsi di un’applicazione che misura la qualità dell’aria, ve ne sono diverse, vedi Air Matters, Air Visual App e Breezometer

Le diete e il cibo “healthy”

La’rte dello spuntino è considerata salutare per la nostra mente, perchè a stomaco vuoto non si ragiona bene. Allora ecco che mangiamo spesso e poco, che riempiamo le nostre sacche di barrette, bibite iperproteiche e quant’altro, non riusciamo a stare più di qualche ora senza mangiare. Le diete di oggi hanno distorto il nostro approccio alimentare e non è detto che ci facciano bene. Il nostro pasturare frequentemente con cibi ipocalorici e dietetici alimenta una cattiva abitudine alimentare. I nostri padri invece si guardavano bene dal mangiare fuori pasto perchè rovinava l’appetito nei pasti.

La scienza sulla sazietà e sulla funzione cerebrale è contraddittoria. Sì, la fame estrema può avere un impatto negativo sulla concentrazione, sull’umore e sul pregiudizio inconscio, ma se si mantiene una dieta equilibrata per qualche tempo, praticando il digiuno intermittente questo può aiutarci a construire e migliorare la capacità di recupero mentale.

La Swart sostiene che tutti tendiamo a sopravvalutare la salubrità delle nostre diete, oltre al digiuno, possiamo anche trarre beneficio dall’annotare tutto ciò che ci passa sulle labbra. Tenere anche nota della propria energia mentale per tutto il giorno dando un’occhiata alla relazione tra le due componenti può essere molto prezioso per capirci.

Il sonno strategico

Molti pensano che se si perdono ore di sonno durante un periodo particolarmente indaffarato, poi questo è facilmente recuperabile in qualche lungo e tardo risveglio della mattina o introducendo qualche pisolino strategico. Ma questo non è vero perchè mettere in disordine il proprio tempo di sveglia non fa bene, ma disturba il proprio ritmo circadiano. Perdere ore di riposo e alternare sonno e veglia ad orari non regolari va ad incidere sull’umore e sull’affaticamento mentale e fisico. Quindi non è sempre bene sacrificare il proprio sonno per il proprio lavoro o studio o per la propria produttività in genere. Ma invece è molto prezioso dormire dalle 7 alle 9 ore ogni notte per concedere al nostro corpo il gisuto tempo di fase REM  e NON-REM, e importante che il nostro cervello si muova lungo tutte le fasi del sonno, anche quelle più riposanti, quelle senza sogni, e così che il nostro cervello possa creare nuove connessioni, apprendimenti e ricordi che ci rendono più creativi e produttivi.

Tagliare completamente la caffeina

Quando si parla di caffeina, secondo la neuroscenziata, poco è meglio di niente. Importante è non cambiare radicalmente le proprie abitudini, passare da 4 o 5 caffè al giorno a nessuno può essere deleterio.

La caffeina se assunta moderatamente può produrre benefici per la salute, è una potente fonte di antiossidanti, stimola il sistema nervoso e ci rende vigili e affina la nostra memoria. Secondo una ricerca della Johns Hopkins University può migliorare la memoria a lungo termine. Idealmente dovremmo optare per una o due caffè al giorno, al mattino e dopo pranzo, considerando che l’aumento di vigilanza è maggiore nei 45 minuti dopo averlo bevuto. Inoltre si consiglia di non berlo dopo le 14 del pomeriggio per evitare eventuali disturbi nelle fasi di sonno notturne.

Allenamenti serali

Sebbene l’esercizio fisico abbia indubbiamente effetti positivi per il nostro cervello, il tempismo è essenziale. L’allenamento intensivo troppo vicino al momento di coricarsi può interferire con il sonno, anche se questo rischio non è universale. In generale, le prove dimostrano che coloro che si allenano in qualsiasi momento della giornata dormono meglio di quelli che sono inattivi.

Però è certo che se riuscissimo è meglio esercitarsi nelle prime ore del mattino, in quanto riusciremmo ad essere il 15% più produttivi dopo 30 minuti di esercizi aerobici efftuati nelle prime ore del giorno. Però ogni volta che ci alleniamo, dobbiamo assicurarci di fare rifornimento di proteine e di reidratare il nostro organismo con molta acqua. Altrimenti, gli effetti della riparazione muscolare e della disidratazione avranno un impatto negativo sul funzionamento del nostro corpo e del cervello.

Quando si tratta della nostra salute, non sempre pensiamo di nutrire il nostro cervello nel modo in cui nutriamo i nostri corpi. Ma per aiutare la nostra mente ad essere più produttiva, è proprio quello che dobbiamo fare. Iniziare ad adottare una o due di queste alternative secondo la Swart ci aiuterà e la nostra mente ci ringrazierà.

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