Indici e modelli

I lettori di Sentieri Digitali molto spesso leggono temi quali innovazione, cambiamento, formazione digitale e trasformazione digitale. Abbiamo sempre sostenuto che serve elargire formazione e nuovi modelli di business.
 
La General Electric ha pubblicato il quarto indice di competitività regionale (RCI) che ha misurato i principali fattori di competitività in 268 regioni a livello NUTS-2 in tutta l’Unione Europea. Si tratta di un modello policentrico composto da undici diverse componenti e racchiude concetti importanti per lo sviluppo sostenibile, la produttività ed il benessere. A distanza di dieci anni dalla crisi finanziaria globale il divario tra nord-ovest e sud-est dell’UE rimane chiaro ed anche visibile. Si evince che le regioni della capitale tendano ad essere le più competitive nel loro Paese, con l’eccezione dei Paesi Bassi, Italia e Germania. Il primo posto è occupato da Stoccolma, seguita da Londra. Le aree metropolitane, tra attività economica e capitale umano, sono motori di crescita e competitività e lo si può notare dall’esempio di Stoccolma che con un punteggio elevato e stabile è stata raggiunta dalle altre regioni più importanti del Paese; mentre il divario tra la regione di Bucarest ed il resto della Romania è rimasto ampio nell’ultimo decennio.
 
Nuovi strumenti interattivi online sono stati aggiunti alla pagina web dell’RCI per confrontare i livelli di competitività nelle diverse regioni nel tempo e nello spazio. L’indice adottato si è rilevato utile per confrontare tra loro regioni con un livello di sviluppo economico simile. Una regione meno sviluppata può avere un punteggio complessivamente basso, ma superare le regioni con un livello simile di prodotto interno lordo (PIL) pro capite. Al contrario, una regione altamente sviluppata può avere un punteggio elevato, ma comunque inferiore a quello tipico delle regioni con una ricchezza comparabile. L’RCI è composta da 11 pilastri che descrivono i diversi aspetti della competitività e sono classificate in 3 gruppi: il gruppo base che comprende 5 pilastri: l’istruzione di base, istituzioni, stabilità macroeconomica, infrastrutture e sanità. Il gruppo efficienza comprende: istruzione superiore, formazione e apprendimento permanente, efficienza del mercato del lavoro e dimensione del mercato. Il gruppo innovazione comprende: preparazione tecnologica, grado di sviluppo delle aziende e innovazione (efficienza e innovazione). I tre gruppi mostrano che: il gruppo base presenta la minore variabilità all’interno del Paese, mentre il gruppo efficienza comprende l’istruzione superiore, formazione e apprendimento permanente; l’efficienza del mercato del lavoro e dimensione del mercato. Il gruppo innovazione comprende: preparazione tecnologica, grado di sviluppo delle aziende e innovazione. Le tre mappe mostrano la distribuzione spaziale, dei sottoindici base efficienza e innovazione, in linea con le edizioni passate. Il gruppo base presenta la minore variabilità all’interno del Paese, mentre il gruppo efficienza ed in misura maggiore, il gruppo innovazione, variano di più. Ci sono almeno due motivi per l’omogeneità relativamente più elevata del gruppo base: in primo luogo, due dei cinque pilastri del gruppo base sono misurati solo a livello nazionale. In secondo luogo, visto che il secondo grado comprende gli strumenti di base della competitività, come le infrastrutture, la sanità e l’istruzione di base, ci si aspetta un certo livello di omogeneità in tutta l’UE. Al contrario, la maggiore variabilità evidente nel gruppo innovazione suggerisce sostanziali differenze nella capacità innovativa delle economie regionali sia nelle relazioni con gli altri paesi che all’interno dei paesi stessi.
 
Oltre a quanto descritto, si fa un cenno ad un sondaggio (27000 cittadini UE) “sull’Europa che stiamo costruendo insieme” e sugli aspetti della politica regionale europea. Per quanto riguarda la consapevolezza: gli europei ritengono che i progetti europei abbiano un impatto positivo nella loro vita (nel 2010 era il 34%, nel 2019 il 40%); sugli investimenti: tre europei su cinque concordano che i finanziamenti UE dovrebbero essere disponibili in tutte le regioni. La maggior parte di loro pensa che l’UE dovrebbe dare la priorità alle regioni con elevata disoccupazione (69%), alle aree urbane svantaggiate (54%) e alle zone rurali o montane remote (52%). I cittadini vogliono che l’UE investa in: istruzione, sanità o infrastrutture sociali (91%); ambiente (90%). Ciò corrisponde alle priorità di finanziamento per il 2021/2027.
 
Governance: gli europei dicono questa governance decentrata al 31% livello regionale; 25% livello locale; 22% livello nazionale; ed il 17% a livello UE. Sempre per rimanere in Europa si parla di: promuovere la trasformazione digitale (www.dihv.it
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