Quando la tunisina Hasna Kourda si è trasferita in Europa all’inizio degli anni 2000 per studiare in una business school francese, racconta di essere rimasta scioccata dalla quantità di vestiti che la gente comprava, indossandoli poche volte e dimenticandoli poi in fondo al proprio armadio. Una cultura del “usa e getta” molto marcata, che i brand del fast fashion hanno reso sempre più diffusa ed apprezzata (in un rapporto del 2022 di ThredUp, il 59% degli acquirenti di fast fashion ha affermato che si trattava di un’abitudine difficile da abbandonare).
Un comportamento noto, che uno studio di pochi anni fa ha misurato osservando che le persone non indossano almeno la metà dei vestiti che possiedono. Uno spreco enorme, anche sul piano ambientale, visto che le Nazioni Unite stimano che il settore della moda sia responsabile tra l’8 e il 10% delle emissioni globali annuali di carbonio.
Da queste riflessioni, nel 2020 Kouda crea Save Your Wardrobe, un’app gratuita che consente agli utenti di gestire i propri vestiti creando una versione digitale di ogni capo del guardaroba. Tramite l’app, i capi vengono scansionati, identificati e archiviati virtualmente. Quindi l’app può ricordare all’utente tutto ciò che possiede, con la speranza che ciò sia utile per rimettere in uso i vestiti mai indossati.
Inoltre, essa connette le persone a servizi locali come lavanderie a secco, luoghi in cui possono donare articoli non più desiderati e negozi di riparazione e modifica per prolungare la vita dei loro indumenti.
La app, di cui sarà sviluppata a breve una versione Premium a pagamento, ha attirato l’interesse di investitori quali il sito web di moda di lusso FarFetch, e ha aperto a collaborazioni con un altro rivenditore, il colosso Zalando, per lanciare un’iniziativa per la cura e la riparazione dei vestiti.
Nei prossimi anni, la crisi indotta dall’inflazione porterà molte persone a comprare meno vestiti, e ci sarà un grande spostamento verso il minimalismo, verso il riuso e l’economia circolare. Un’app come questa sarà utile per gestire meglio il proprio guardaroba e per ridurre l’impatto ambientale della moda.