Partono i cantieri

In un momento di grande crisi che ha esposto il Paese con un milione di disoccupati, il Presidente Mario Draghi risponde con una buona notizia, arriva la ratifica ufficiale quindi via libera con lo sblocca cantieri.

L’apertura annunciata prevede per l’anno in corso 20 cantieri, nel 2022 altri 50 cantieri e nel 2023 altri 37 cantieri, inoltre il lavoro investe la realizzazione di 57 opere grandi indicate nell’esecutivo con la speranza di dare una scossa al sistema produttivo.

Il Presidente del Consiglio dei ministri nomina ben 29 commissari straordinari a cui affidare la gestione e la supervisione di progetti per 57 grandi opere. Il valore complessivo degli investimenti è di 82,7 miliardi di euro, già finanziate per 33 miliardi circa e saranno completate con ulteriori risorse nazionali ed europee, compreso il Next Generation Eu: 21,6 miliardi di euro previsti al Nord, 24,8 al Centro e 36,3 miliardi di euro al Sud.

La decisione vede sbloccare 16 infrastrutture ferroviarie per cui sono previsti investimenti per 60,8 miliardi di euro di cui 28,6 al Sud, 14 opere stradali (tutte gestite da commissari Anas, tranne il collegamento stradale Cisterna-Valmontone), 12 caserme per la pubblica sicurezza, 11 opere idriche, 3 infrastrutture portuali e una metropolitana. Tutte opere che sono state bloccate dalla burocrazia italiana e che oggi, forse riprenderanno vita.

Come annunciato dal Ministro Giovannini (ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile) I commissari, sono tutte figure di alta professionalità, tecnici provenienti dal Gruppo FS, in particolare da RFI e Anas, sono pronti per iniziare a lavorare.

L’avvio delle grandi opere determinerà importanti ricadute economiche, soprattutto, per quanto riguarda l’occupazione e considerando che una parte significativa delle opere è localizzata al Sud. Nello specifico come riportato dal sito del ministero: “l’impatto occupazionale delle sole opere ferroviarie e stradali è valutabile in oltre 68.000 unità di lavoro medie annue nei prossimi dieci anni, con un profilo crescente fino al 2025, anno in cui si stima un impatto diretto sull’occupazione di oltre 100.000 unità di lavoro.”

Infatti, solo le infrastrutture ferroviarie hanno un valore di 60,8 miliardi mentre quelle stradali di 10,9 miliardi, poi i presidi di pubblica sicurezza 528 milioni, le opere idriche 2,8 miliardi, le infrastrutture portuali 1,7 miliardi, la metropolitana 5,9 miliardi. Speriamo che questo intervento non faccia la fine della Salerno- Reggio Calabria.

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