L’Italia e la Libia: questione migratoria

 

L’incontro sul tema immigrati

 

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è consultato con angela Merkel per quanto riguarda il tema degli immigrati verso l’Italia provenienti dalla Libia. Durante l’incontro è emerso che l’Italia è un paese d’arrivo, noi siamo colpiti dai flussi secondari. Ancora una volta si è individuato che occorre iniziare ad agire dai paesi di provenienza e su questa gestione siamo completamente d’accordo. Questa è stata la conclusione tra i due leader. L’incontro è il primo bilaterale ufficiale con Angela Merkel ed ha quest’ultima promesso il sostegno all’Italia al rinnovo dell’accordo, lo stesso vale anche con la Turchia. Con il premier turco Erdogan, il problema riguarda il blocco del canale che dalla Siria porta direttamente al cuore dell’Europa. In sostanza, si sta cercando di risolvere il problema a monte, vale a dire con la diplomazia che ha un compito importante e delicato per far capire ai due Paesi che è opportuno cercare di collocare i propri cittadini con il sostegno dell’Europa presso il proprio paese.

 

Il concetto di integrazione è ancora limitato

 

Si parla spesso di integrazione senza dare nessun significato concreto al concetto di accoglienza. Sono parole che finora hanno suonato di mera demagogia. Il musulmano che viene in Italia non si può integrare con la religione cattolica del nostro paese in quanto ognuno rispetta la propria credenza. Non è possibile comportarsi nella stessa maniera per quanto concerne l’alimentazione, le festività, gli usi e costumi, ecc. In questi giorni è emerso un problema delicato che è quello del ruolo delle donne nel rapporto con il proprio marito nel nostro paese. Ogni volta che succede un dramma, la risposta di alcuni buonisti è quella di dire: “capita anche tra coppie italiane”. È un modo come un altro per non capire, per mostrarsi che integrano l’immigrato e l’accoglienza. Il riscontro che ora si ha è che l’integrazione in senso stretto non c’è, l’integrazione avviene in Francia, dove vigono rapporti dinamici con ex colonie ormai da secoli e quindi le varie generazioni successive si sono integrate con la popolazione francese. La Libia di Gheddafi era riuscita a rispettare almeno in parte gli accordi internazionali, pur sapendo che aveva a che fare con ben 21 tribù e quindi dialogare e convincere 21 “statarelli”.

 

Necessità di un’Europa forte

 

Non è possibile parlare per far capire che c’è una testimonianza di interesse. La diplomazia deve essere vista come un atto concreto, difficile, ma operativo. Purtroppo l’Europa, per quanto riguarda il tema degli immigrati, il più delle volte fa orecchie da mercante, dimenticando che l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Europa. Draghi sta lavorando affinché l’Europa guardi in Nord Africa, non solo Libia, e Tunisia, ma anche nel Sahel, Mali, Etiopia ed Eritrea. In sostanza, occorre che l’Europa sia economicamente più forte e sentita e ci sia anche una presenza tecnica, non solo per contenere i flussi ma anche per organizzare l’immigrazione legale ed aiutare questi Paesi a stabilizzarsi, con la speranza di ritrovare la pace. Questo significa lavorare seriamente affinché la volontà sia quella di arrivare ad una visione congiunta di beneficio comune.

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