Le notizie dell’ultima settimana di ottobre hanno fatto comprendere ancora una volta l’importanza della comunicazione, ma anche la grande confusione che la caratterizza nel contemporaneo. A rappresentazione del caos mi soffermerò su quattro temi rimbalzati sui media a chiusura del mese di ottobre.
A caratterizzare le vicende più caotiche a livello mediatico, come sempre, non manca Papa Francesco. Si vocifera stia male, si parla di tumore, la notizia è trapelata durante il Sinodo. L’ufficio stampa del Vaticano è pronto a smentire: “il Papa sta bene”. A cosa serve tutto questo? Non è chiaro ma nel frattempo, col rebus malattia a fare da sfondo, il Papa apre ai sacerdoti e non al popolo cattolico, è va alla rincorsa di un parroco abruzzese, tale Don Aldo Antonelli, che già prima del Sinodo apriva alle persone divorziate, riabilitandole alla comunione. Tutto questo, spiega il parroco, per evitare emarginazioni: “se l’eucarestia è una medicina perché non attuarla”. Il parroco ha affermato che la chiesa è peggio di una schiavitù e pertanto da buon parroco ha inteso usufruire di un istituto molto caro alla chiesa, quello della disobbedienza, perché era inesorabilemente chiusa in se stessa e quindi ha ritenuto opportuno aprirla a modo suo. Ci sono vescovi e cardinali della chiesa che, con la volontà di Dio, fanno quello che vogliono. Papa Francesco non è un velocista, anche questo episodio lo dimostra, questi parroci di paese sembrano essere più reattivi, sarà perchè fanno una vita più salubre.
Questa settimana non manca neanche la Magistratura. Raffaele Cantone (Presidente dell’autorità anticorruzione) interviene all’assemblea dell’associazione nazionale magistrati e fa delle critiche anche modeste. Il presidente dell’associazione Sabelli, nel sentire che Cantone potrebbe lasciare, quale iscritto dell’ANM, risponde: “se vuole se ne vada pure”. Testimonianza questa che oltre al caos diffuso palesa una mancanza di diplomazia, di savoir faire gestionale e di umiltà. Normalmente si cercherebbe di negoziare e recuperare una risorsa quale quella di Cantone. Non si intende difendere Cantone ma dinanzi a tanta pubblicità sull’uomo, quale salvatore della legalità, Sabelli come cittadino ne dovrebbe tenere conto.
Dalla televisione fa notizia "Che tempo che fa", la trasmissione condotta da Fabio Fazio, che con i soldi della Rai ha invitato Varoufakis, cachet 24 mila euro e volo pagato dalla Grecia. Puntuale l’intervento di Carlo Freccero, non per difendere la rubrica di Che tempo che fa, ma per spiegare che la Rai vive non solo di canone sembra pertanto che quello di Varoufakis lo veda come un investimento. Taluni sostengono che ha pagato Endemol, ma probabilmente non sanno che Endemol la paghiamo noi con il canone. Nel frattempo la Bbc invita Varoufakis e non paga una sterlina. La Bbc è un brand molto più grande della Rai, probabilmente Fazio lo ha fatto con l’intento di farla crescere. Sempre Freccero intervistato a “Radio24” il 30 ottobre alle ore 9.00 sostiene che la Rai è un popolo di “straccioni” e rimpiange la Rai degli anni ‘70 (clima di piena lottizzazione – e vista come democrazia), parla del canone, in un primo momento dice che è sbagliato in bolletta e poi si corregge dicendo che è normale, riporta l’esempio dello stato francese che preleva il canone in quanto fiscalità generale. La lamentela è che in Francia fanno investimenti di crescita sulle emittenti francesi , in Italia non molto.
Nel frattempo Messina, non una città del terzo mondo, è senza acqua da diversi giorni a causa di una frana che ha danneggiato le tubature. Nel comune di Calatabiano, in provincia di Catania, a distanza di circa 70 Km, il sindaco messinese si è preoccupato di spiegare gli aspetti tecnici e giustificare la carenza, evidenziando che è un problema che viene da lontano che scaturisce dal dissesto idrogeologico. Sembra che sia sindaco da 28 mesi, anch’esso si è adeguato in fretta ai modi operativi secondo il quale si interviene sempre dopo il disastro.