Il pessimo vizio dei politici del nostro Paese di parlare di argomenti che non conoscono e dare delle indicazioni errate o trasformate si ripete anche sul “coronavirus”, i nostri mass media, dalla radio alla televisione, con la miriade di talk show, sono invasi dalla mattina alla sera, dalle 7.30 del mattino fino alle 24. Il palinsesto è fisso per tutti: coronavirus; iniziano le polemiche: “abbiamo fatto bene”? “Abbiamo fatto male”? Cosa potevamo fare”? I casi denunciati nel nostro Paese costituiscono numeri veri, c’è qualcosa di nascosto visto che si parla di informazione e trasparenza?
Gli altri Paesi Europei che hanno avuto anche loro l’esperienza del virus? Il riferimento va a Francia, , UK, Spagna e Germania, solo per citarne alcune: nonostante il numero di casi differente, mi pare che in questi Paesi tutto proceda senza il bisogno di fare molto chiasso. Cosa vuol dire, che fanno di meno? Che sono meno bravi rispetto a noi? Noi andiamo avanti con polemiche quotidiane che per fortuna si smorzano quasi sempre il giorno dopo. Questi avvenimenti servono per creare oltre che preoccupazioni, purtroppo, anche nuove tasse, sostenendo che l’investimento è per la prevenzione. Se dopo le tasse le cose andranno comunque male si dirà sempre: “meno male che abbiamo fatto un minimo di investimento altrimenti avremmo raggiunto un risultato ancor più catastrofico”.
Intanto abbiamo il mercato dell’auto che non “cammina” bene, il mercato del lusso è in crisi, si parla di ben 18 aree che sono in forte sofferenza. Il mondo del lavoro incomincia a risentire di tutta questa vicenda. Segnali dai politici? “Zero”. Cosa vuol dire? Privilegi? Sono tutti in piedi. Solo Fico ha ritenuto opportuno al primo giorno della sua esperienza di arrivare alla Camera dei Deputati come un normale cittadino, il giorno dopo aveva già il vestito da Presidente: è servito solo come primo giorno di scuola. Se un politico non crea danni al Paese, ed è persona educata e per bene, deve avere una seconda scorta, una terza scorta, la risposta? “Sono le procedure che lo impongono”. Allora il cittadino riflette e si domanda: “che parli a fare durante la campagna elettorale”? Sull’economia del Paese, notiamo che il PIL è inchiodato, la produzione è in calo, molte attività sono in crisi, la ristorazione urla. Ieri giorno 24 febbraio, in Europa, sono stati bruciati 352 miliardi, le borse sono andate a picco. In tutto questo abbiamo gente anche spiritosa, un cronista di Radio24, mi pare che si chiami Milan, ha detto: “CoronaVirus? Ci fa vivere meglio le città perché le persone non escono e quindi si gode la città di Milano”; “gli autobus sono vuoti e quindi si viaggia meglio”. Speriamo che sia un caso isolato.
Siamo vicini alla recessione, pochi sanno il significato ma ne pagheremo le conseguenze. In tutto questo “chiasso” noi abbiamo regolarizzato il Digital Innovation Hub Virtuale, ottemperando alle normative nazionali ed europee e puntiamo nei limiti del possibile alla trasformazione delle PMI verso il digitale. Le nostre conclusioni sono: “meno passerelle” da parte dei politici per evitare una pessima visibilità, non è questa la circostanza, e tanto meno dichiarare ogni giorno, da soli: “siamo belli, siamo grandi, siamo buoni”. Inoltre, è opportuno ricordare una massima molto semplice delle elementari: “sono gli altri a giudicare”, non è opportuno vantarsi per tutto ciò che fa comodo, in quanto, può avere un effetto immediato ma nel breve e nel lungo termine può ritorcersi contro come un boomerang. Questi politici improvvisano e non hanno una scuola alle spalle.