Aspettiamo il governo

Ormai da qualche tempo aspettiamo che il Consiglio dei ministri provveda a presentare un piano, che somiglia molto ad una finanziaria, o forse anche il doppio rispetto al tradizionale. Il Coronavirus ha sconvolto gran parte del mondo anche per questa clausura obbligatoria. La pandemia l’abbiamo sempre sentita e vista o nei film o attraverso delle letture particolari.
 
L’attesa da parte dell’Italia è molto forte in quanto moltissime PMI chiuderanno ed è antipatico vedere in questo momento scontri tra governo e istituzioni regionali, non v’è dubbio che bisognerebbe seguire le direttive centrali, ma il nostro Paese ha una forma di stivale ed ha tutte le caratteristiche che il resto del mondo non ha vale a dire: montagne, colline, pianura e mare. Dinanzi a queste peculiarità, che non sono dipese dal nostro governo, è palese che ogni regione ha le sue caratteristiche. Per coloro che hanno studiato un po’ di diritto amministrativo ricorderanno che con particolare enfasi si è parlato di materie decentrate e si sosteneva che il governo centrale avesse ruolo di coordinamento, programmazione e controllo lasciando al territorio alcune competenze. Ma anche con la riforma che riguarda le regioni sono diventate quest’ultime governi di “secondo livello”, in quanto le regioni hanno diverse competenze: dalla programmazione al controllo di alcune attività. Aprire esercizi commerciali, per esempio in Calabria, significa dare un filo di speranza che però rimane solo speranza in quanto il lavoro non c’è. Ciò non vuol dire che quando si dà una indicazione, e non un ordine “aprite”, non aprono pertanto lo scontro tra stato-regione è fortemente fuori posto. Hanno assunto dei ruoli e atteggiamenti che purtroppo non sono quelli che vivono i cittadini sul territorio. Il provvedimento che dovrebbe essere varato è costituito da 256 articoli e circa, o meglio, oltre 400 pagine. Potrebbe corrispondere ad un esame universitario, solo che il testo universitario è semplice anche se pieno di contenuti. Se i provvedimenti vengono emanati come i precedenti si ha la necessità in una prima fase di interpretare e in una seconda fase di correggere. Le cifre che sono state dette ammontano a 50/ 55 miliardi e sembrerebbe un grosso progetto, ma nessuno dice che se l’Europa non fa cenno di essere favorevole non si varerà nulla. Quando si parla del Mes, al posto di fare tanto rumore, sarebbe utile e sufficiente modificare la norma e mettere in luce che i soldi presi dai richiedenti Paesi dovranno essere destinati a scopi specifici ad esempio la sanità. Invece, vogliono ancora una volta risvegliare il patto del passato tra gente umile per cui era sufficiente una stretta di mano. In questo caso purtroppo non è possibile: “scripta manent verba volant”. Ecco perché si consiglia di vedere prima l’oggetto e poi dare il danaro.
 
Non possiamo non fare cenno a Silvia, la giovane ragazza che fa parte di una ONG sconosciuta che è stata mandata allo sbaraglio in questi Paesi che il ministero degli Esteri mette in evidenza come “stati pericolosi”. Se così è, con quale criterio la famiglia, la ONG ha ritenuto opportuno farla partire. Il rapimento non si giustifica sotto nessun profilo ma bisogna metterlo sempre in conto e questa povera ragazza prima di prendere l’aereo ha avuto un dialogo con il nostro ambasciatore in Somalia chiedendole se avesse bisogno di cambiare abiti. La risposta è stata negativa. Bisogna capire se questa ragazza è stata fortemente condizionata o meno nelle sue scelte, tenendo presente che chi l’ha in effetti liberata non è il nostro Paese ma la Turchia che fa capo sempre ad Erdogan e pertanto non sappiamo quali sono stati eventuali condizionamenti e comportamenti. Ognuno di noi è abituato a guardare e raccontare quello che vede e sarebbe solo stato sufficiente pensare dove stava Silvia, che cosa propugnano queste persone e con quanta facilità uccidono un essere umano, il più delle volte sgozzandolo. Quindi siamo tutti contenti e particolarmente lieti che una nostra connazionale giovane, inesperta, sia rientrata in patria. Grossi errori sono stati commessi dall’apparto: il ministro degli Esteri Di Maio non sapeva andando a Ciampino che ci sarebbe stato anche il Presidente del Consiglio Conte, e viceversa. L’uno si è presentato con la mascherina con la bandiera italiana e l’atro con una mascherina neutra. Tutto questo sarebbe stato giustificato in un momento diverso, senza il Covid-19 e senza altri fattori come la terra e provenienza di Silvia. Chiaramente bisogna sempre stare in allerta e attenti per non avere ripercussioni. Taluni hanno sostenuto che pagare quattro milioni per il riscatto è costato di più rispetto alla realizzazione dell’ospedale in Lombarda. In questi casi non è opportuno fare queste analogie e tantomeno parlare. Non v’è dubbio che sarebbe un affronto alla ragazza e a tutto il Paese che continua a credere poco alla politica e alla relativa partecipazione.
 
La conclusione è che speriamo in provvedimenti legislativi che aiutino l’innovazione, l’occupazione e come abbiamo sempre sostenuto che con la trasformazione digitale possiamo avere anche dei ritorni economici. Noi siamo sempre i primi della classe anche nel campo digitale, evidentemente non siamo molto informati in quanto siamo al diciassettesimo posto in ambito europeo. Basta con la fantasia e facciamo un invito alla riflessione, allo studio ed anche nei limiti del possibile cercare di agire in favore dei cittadini per evitare aggravi pesantissimi tra qualche mese.
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Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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