La SI-IES ha seguito come noto la vicenda relativa ad impresa 4.0 e le relative evoluzioni sin dalle origini. Nasce dalla Germania ed è stata ben recepita dal nostro Paese con il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. La Commissione Europea ha annunciato che intende realizzare un network europeo di centri a supporto della digitalizzazione delle imprese ed il focus è puntato sulle PMI.
Da varie fonti viene sollecitata la volontà di fare consulenza alle PMI, in particolare, dal punto di vista della comunicazione, dell’innovazione, e della formazione, al fine di poter reagire al meglio ai competitor e nello stesso tempo di rispondere alle esigenze del mercato. Non è sufficiente leggere che bisogna innovare, se non vi è conseguenza operativa con delle azioni che mostrano di aver ben recepito il momento in cui il Paese, in maniera particolare rispetto all’Europa sta vivendo. Si parla di segnali, di piccoli movimenti, ma non tutti hanno una vista così perfetta da poter intravedere segnali, che troppo spesso mettono in confusione il cittadino e la PMI, nel comprendere l’innovazione che avanza, nell’allinearsi ad essa e saperla gestire con padronanza, talvolta è importante fiutare l’innovazione, ma saperla distinguere dai fuochi di paglia che non portano concretamente a nulla e che non portano occupazione per i giovani, una discriminante cruciale.
Quando si parla di occupazione, molti non declinano l’esigenza trasversale di nuove figure, in particolare per il mondo digitale e la relativa trasformazione, ciò comporta una forma di precauzione e di diffidenza. In un atteggiamento di questo tipo, succede che si trascura un concetto importantissimo quale è la cybersecurity. Non è sufficiente avere piccole o grandi banche dati se poi queste possono essere folgorate da qualsiasi parte e con molta facilità.
L’argomento dei Big Data è un altro topic importante che è stato scoperto da più mondi, molti dei quali pensano che sul fenomeno Big Data si costruisca l’efficienza di domani. Vi è anche qui una certa verità: come dobbiamo utilizzare questi dati? Molti parlano in maniera esemplificativa dei supermercati che riescono con dei semplici scontrini ad arrivare alla profilazione del cliente. È molto riduttivo circoscrivere tutto ad una visione meramente commerciale. Bisogna puntare all’analisi dei dati per migliorare la qualità della vita, la salute, la sicurezza. Chi è capace di analizzare questa mole di dati, estrapolarli e poi renderli gestibili e proficui? Di tanto in tanto leggiamo sulla stampa che con un modesto software i problemi sono risolti, è evidente che non è così, ma al massimo è un piccolo e modesto segnale per affermare che l’utilizzo del dato viene preso sul serio. Un ultimo punto, cruciale, collegato a quanto già descritto, è la scoperta dell’AI (intelligenza artificiale) che bene si lega con l’utilizzo dei Big Data, servendosi dell’HPC e del machine learning, fra le conseguenti soluzioni indicate ed in parte descritte.
