Papa Francesco deve scendere in campo!

Papa Francesco invita il mondo intero a mostrare solidarietà verso i più bisognosi, non trascura neanche organizzazioni cattoliche che dovrebbero spogliarsi dei propri beni per donarli al prossimo.

Il Papa si prodiga molto, ma non sempre il seme gettato mostra di germogliare, probabilmente o il terreno è inadatto oppure il seme non è quello giusto.

In televisione vediamo spesso degli sponsor, degli ambasciatori, molto spesso gente dello spettacolo ed in particolare del mondo del calcio.

Leggiamo nei giornali che Totti nel 2013 ha guadagnato 4.5 milioni di euro. Le squadre di calcio in Serie A sono 20, in Serie B sono 22, nella Serie C(oggi Lega Pro) e nella Serie D, troviamo una moltitudine di gironi e squadre professionistiche: proviamo a sommare tutti gli ingaggi. Tutti questi giocatori che mostrano sensibilità e prestano il proprio volto ai mass media dovrebbero, dunque, secondo la teoria di Papa Francesco, mostrare anche concretezza (non occorre essere solo spirituali, bisogna essere anche concreti, che ritengo sia un compito del laico piuttosto che del religioso).

Un giocatore che ha un ingaggio molto elevato e percepisce tanti soldi potrebbe fare un gesto importante andando a devolvere l’1% del proprio stipendio annuale, con la possibilità, con il benestare di Matteo Renzi, di sottrarli dalla propria dichiarazione dei redditi. Lo stesso discorso vale per gli allenatori di calcio ed ad una vasta platea allargata che coinvolge anche uomini di spettacolo, attori e attrici.

Se Papa Francesco in questo caso spende una parola si rischia di avere un ritorno positivo e con la raccolta dei fondi si potrebbero creare delle scuole, ove possibile (non nei Paesi in guerra), dando una possibilità ai più giovani, non tanto aiutandoli con un ospitalità di 15 giorni, ma invitandoli a crescere con un’istruzione ed un lavoro che possa essere utile per il singolo individuo e per tutto il suo paese. Magari in quel caso non sarebbe neanche necessario emigrare in Europa, costretti in viaggi atroci e riducendosi troppo spesso allo sfruttamento.

I corsi di formazione possono essere erogati anche da remoto, nella loro lingua madre, tramite contenuti audiovisivi, con un docente europeo ed un tutor locale che fa da intermediario e traduce i contenuti del corso.

Si potrebbero dunque sfruttare le novità dell’e-learning, l’insegnamento potrebbe servirsi dello storytelling, modalità più semplice ed accessibile per favorire l’apprendimento raccontando un’esperienza di vita. Il tutto nel rispetto delle tradizioni, usi e costumi, anche in ambito didattico e scolastico per quei Paesi che non hanno avuto la fortuna di dotarsi di istituti, laddove, quindi, i discenti sono poco avvezzi al percorso dell’apprendimento e della formazione.

Vorrei chiarire che queste istanze che ho elencato vogliono fungere come semplice input, come stimolo per un’idea certamente migliorabile, perfettibile, che siamo pertanto pronti a modificare e sviluppare – La Si-Ies Srl ha una propria piattaforma (www.apprendimentocollaborativo.it) a completa disposizione per lo scopo appena descritto.

L’auspicio è quello di catturare l’attenzione degli organi preposti, provvederò ad inviare questo editoriale alla segreteria di Stato, come si suol dire “per la parte di competenza”, affinché questo input possa tramutarsi in stimolo concreto e magari in un’idea, una progettualità che porti soluzioni, cultura e una nuove opportunità ai più bisognosi.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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