Si parla ma non si cambia

Il coronavirus purtroppo non è servito a far riflettere il mondo che ci governa. In questi giorni abbiamo assistito a degli avvenimenti incresciosi a partire dalla trasmissione condotta da Massimo Giletti su La 7 che, in maniera coraggiosa, ha messo in luce il ruolo del ministro Alfonso Bonafede e del magistrato Nino Di Matteo. “Sono tutti al di sopra delle parti”, “si lavora per un interesse comune”, “noi lavoriamo per il Paese”. Cosa c’è di meglio dinanzi a queste affermazioni? Bonafede aveva promesso a Di Matteo che lo avrebbe nominato capo del Dap-Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Durante il dibattito Di Matteo, senza mezzi termini, ha detto quel pensava nei confronti del ministro. Non entriamo nel merito ma è solo un’ennesima dimostrazione che non cambia nulla. È inutile dirvi le considerazioni dei politici da Andrea Orlando (PD) il quale sostiene che il sospetto non è l’anticamera della verità a Mariastella Gelmini (FI) che in maniera serena dice solamente “o Di Matteo lascia la magistratura o Bonafede lascia il ministero della giustizia”. Anche qui, non cambia nulla. Nelle chat, non più Rousseau, i 5 stelle sostengono che il ministro Bonafede “è indifendibile”. Tutto ciò mette il governo in grossa difficoltà ma si resta tutti in silenzio e si va avanti con la scusa del Coronavirus e quindi ancora non cambia niente.
 
Il Paese è in forte sofferenza, molti rappresentanti dell’industria delle PMI sostengono che certamente il 40/50% delle PMI non apriranno, ma andiamo avanti. Il governatore della regione Calabria, Jole Santelli, si esprime così: “ho fatto l’ordinanza per non dare spazio alla mafia” vale a dire tutto quello che sostengono gli altri partiti ovverosia che la mafia ha denaro fresco e quindi bisogna stare attenti. Anche qui, non cambia niente, è sufficiente avere due fronti opposti.
 
Andando sul comico, per alleggerire, parliamo dei congiunti, termine che giuridicamente non ha nessuna definizione ma è motivo per parlare e quindi anche qui non cambia nulla. Dal fronte Bergamo il sindaco Giorgio Gori è particolarmente assente, non parla del servizio di igiene che compete al Comune da sempre e ogni sindaco nei momenti buoni mette in luce il proprio ruolo. In questo momento la città di Bergamo vive un momento difficilissimo e quindi massimo silenzio. Ripetiamo: non cambia niente.
 
Ci divertiamo molto, come diversivo, a parlare di due persone che governano, rispettivamente Boris Jhonson primo ministro del Regno Unito che neanche ci vede come Paese Italia e Donald Trump presidente degli Stati Uniti d’America che non ci cita mai se non per sbaglio. Ma noi continuiamo a parlare con la speranza che si accorgano dell’esistenza dello stivale. Anche qui, non cambia niente. Il ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, che come noto è senza portafoglio, per metterci in luce intende fare ricorso al Tar per l’apertura anticipata da parte dell’azione del governatore Santelli verso i propri cittadini. Secondo noi la vera sorpresa è che il 60/70% purtroppo non aprirà ma non perché Jole Santelli glielo ha chiesto. Il motivo è che non ci sono i soldi per andare avanti e quindi si prova a sollecitare il governo a dare liquidità alle PMI in particolare per il Mezzogiorno per evitare quello che dice il governatore: finire nelle mani della delinquenza.
 
Infine, questo è un Paese di maschilisti e lo ha dimostrato subito Vittorio Colao, designato dal governo italiano per guidare la task force nella fase di emergenza Covid-19, che tra i suoi componenti (per la verità non solo lui ma anche gli altri 450 commissari nelle 15-16 commissioni) non hanno inteso inserire una donna. Le mie previsioni sono che per rispondere alle politiche giornaliere nomineranno almeno dieci donne quando già la strada è ormai percorsa e quindi dovranno correre per agganciarsi ai capi fila. In questa settimana speriamo che il governo realizzi azioni serie e concrete come hanno fatto tutti i paesi europei nel dare dei danari direttamente alle persone senza curarsi se 8/9 regioni, sia di maggioranza che di minoranza, abbiano o meno inteso rispettare le indicazioni del governo. L’auspicio sarebbe quello di non sovraccaricare i tribunali regionali. Infine, abbiamo il Mes. Prendiamo o non prendiamo i soldi? La risposta è affermativa, prendiamoli ma sopprimiamo il Mes.
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Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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