Un nuovo modello gestionale per la Sanità

La sanità assorbe la maggior parte del bilancio delle Regioni, vanificando ogni loro iniziativa sul territorio, venendo a mancare le risorse economiche necessarie. Ora che la crisi internazionale ha colpito gli Stati sovrani, inducendo i paesi europei ad una manovra sul debito pubblico, la Sanità diventa oggetto di attenta osservazione, per bilanciare un intervento che consenta di risparmiare risorse minimizzando il costo per i cittadini.

Per troppi anni si è speso in modo dissennato ed inefficiente, ed ora un cambio di rotta è diventato ineludibile. I maggiori deficit sanitari hanno cifre da capogiro: la Calabria ha superato il miliardo di euro, valore quasi raggiunto dalla Campania, mentre il Lazio ha un disavanzo di 1,6 miliardi (dati esposti alcuni giorni fa in Parlamento dall’on. Jannone del Pdl). Una situazione che deriva non solo da una gestione negligente delle risorse dello Stato, ma entro cui si annidano corruzione, malaffare e truffa. Reato, quest’ultimo, che la Corte dei Conti ascrive al gruppo Angelucci, accusato di avere sottratto 134 milioni di euro alle casse delle regioni Lazio e Abruzzo fatturando loro prestazioni, inesistenti o non autorizzate, in regime di convenzione con le Asl.

Le misure allo studio in questi giorni agiscono, come di consueto, su due leve: la compartecipazione alla spesa variabile (ticket sulle prestazioni) e il calo dei costi fissi (taglio ai posto letto). Il risultato è far ricadere sul cittadino i costi dell’inefficienza del sistema pubblico, riducendo per i meno abbienti l’accesso ai protocolli di prevenzione (ad esempio, gli screening per malattie oncologiche) fondamentali per contrastare malattie gravi. Oppure, diminuire qualitativamente il servizio fornito, potendo disporre di meno posti letto e di meno personale. In questo modo, si cambiano solo i numeri di una realtà che tuttavia rimane identica, mantenendo intatte le distorsioni di un sistema che è degenerato fino a diventare ostaggio della politica e degli interessi di gruppi locali.

C’è solo un modo per ridurre la spesa sanitaria: una completa riforma della sua organizzazione che consenta di migliorare l’efficienza, rendere meno facili le malversazioni e, tramite la meritocrazia, far emergere la professionalità dei medici e del personale sanitario. Le aree critiche sono note a tutti: la proliferazione di piccoli ospedali non specializzati, come è avvenuto in Calabria, l’assenza di controlli efficaci sulle prestazioni in convenzione (che rappresentano un’elevata quota sul totale dei servizi erogati al cittadino), il benchmarking sulle spese per le forniture sanitarie e, non ultimo il ritorno ad un sistema meritocratico, che premi le eccellenze, l’impegno personale e la professionalità, invece della appartenenza a “cordate” politiche o lobbistiche di varia natura.

Elementi per un nuovo modello gestionale

Alcune proposte possono essere spunto di riflessione per ripensare la Sanità in modo che essa recuperi efficienza e non rappresenti un peso enorme, di intralcio alla gestione delle politiche regionali.

Razionalizzazione delle strutture ospedaliere.

Il sistema degli ospedali va rivisto: non tagliando “linearmente” i posti letto, ma trasformando strutture “generiche” in “specializzate”, in “eccellenze”: ad esempio, se a Roma esiste il CTO, eccellenza a livello nazionale per le cure ortopediche, non ha senso disporre di reparti di ortopedia in altri nosocomi cittadini, dove sicuramente il livello di specializzazione dei medici e del personale sanitario non può vantare la stessa eccellenza. Analogo ragionamento può essere proposto per altre branche della Sanità (Ostetricia, Oncologia, ecc), mentre laddove il tempo di raggiungimento della struttura sia fondamentale (cardiologia) un’attenta localizzazione dei centri di pronto intervento specializzati, unita alla disponibilità di attrezzature e personale esperto in tali patologie sulle ambulanze può ridurre la gravità degli eventi critici.

Ne risulta da un lato un risparmio per la collettività, perché un siffatto sistema di ospedali necessita di un minor numero di posti letto, sia una maggiore qualità di assistenza, perché affidato a personale specializzato che viene gratificato nel lavorare in una struttura che valorizza il suo operato; e che investe nella sua formazione, creando percorsi di crescita che consentono al medico di essere “in fase di formazione” per più tempo, non “primo dirigente” ope legis senza avere avuto occasioni di maturazione ed esperienza.

Controllo della spesa in dispositivi sanitari

La normativa attuale dispone una governance (l’Aifa, Agenzia Italiana sui Farmaci, ma un organo di controllo manca per i dispositivi sanitari, voce di spesa che incide per ben 7 miliardi annui sul bilancio della sanità. Ne consegue un mercato libero con gare che si svolgono nel singolo ospedale, lasciando ampi margini a fenomeni di corruzione o tangenti. Infatti la disparità di prezzo di acquisto tra le diverse Asl è tale che la Commissione parlamentare sugli errori sanitari e sui disavanzi regionali presieduta da Leoluca Orlando aprirà un’inchiesta per capire come è possibile, ad esempio (dati esposti da Alberto Custodero per Repubblica) che lo stent medicato a rilascio di farmaco Xience V (un piccolo tubicino che serve a liberare le valvole cardiache) costi 594 euro a Terni, 1250 a Genova. Oppure che un pacemaker possa costare 1250 euro in Toscana e 2324 in Emilia-Romagna. In questo caso, il ricorso a strutture di marketplace centralizzate, come è Consip per gli acquisti della PA, può essere una efficace modalità per annullare l’eterogeneità di prezzi.

Riabilitazione motoria e cognitiva

Per effetto del progressivo invecchiamento della popolazione, cresce la spesa per la riabilitazione, che quindi deve cambiare i criteri di gestione, per improntarli ad una maggiore economicità. Per dare una dimensione del fenomeno, solo nel Lazio i 6mila posti letto disponibili per Rsa dovrebbero essere almeno raddoppiati, per prendersi cura di soggetti “fragili” quali anziani non autosufficienti, malati cronici e affetti da patologie degenerative come le demenze, il Parkinson e l’Alzheimer. Un costo notevole per la collettività che può essere mitigato assistendo il soggetto nella propria abitazione, senza strapparlo alle sue abitudini di vita, ma utilizzando gli strumenti della videocomunicazione, dell’assistenza a distanza e della telemedicina. Ne consegue un contatto più frequente ed attento, un miglioramento della qualità di vita dell’assistito, un reale coinvolgimento dei familiari ed un minore costo per la collettività.

Ruolo dei medici di base e delle farmacie.

Entrambi i soggetti devono svolgere un ruolo di maggiore impatto sulla salute dei cittadini. I primi possono diventare una preziosa interfaccia con gli ospedali, fornendo complete indicazioni cliniche sull’assistito, di cui hanno presente tutta la storia clinica, mentre le farmacie possono diventare un punto di contatto a cui rivolgersi in caso di malore, e che indirizza il personale delle ambulanze verso una più informata presa in carico del paziente.

Conclusioni

Un modello diverso richiede pianificazione, studi ed analisi. Società di consulenza, associazioni di volontariato e non profit, aziende specializzate (ad esempio in tlc, per le cure “a distanza”) sono a disposizione degli organi competenti per analizzare i punti critici del Sistema Sanitario. A questi spetta la volontà di agire per il cambiamento, per una Sanità migliore e sostenibile sul piano dei costi.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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