L’estate è il tempo migliore per concedersi alla buona lettura, o almeno per concedersi semplicemente alla lettura. E’ il momento in cui finiamo di leggere quel libro che ha soggiornato per tutto l’inverno sul nostro freddo comodino oppure per appassionarci a qualche best seller del momento.
In Italia chi legge di meno, dati statistici alla mano, sono i manager e gli imprenditori, che dovrebbero avere una cultura molto più elevata rispetto alla media.
Nel corso dell’ultima Fiera del libro di Francoforte, le statistiche pubblicate dall’AIE (l’associazione italiana degli editori) hanno rilevato un dato per nulla rincuorante: quasi il 40% della classe dirigente italiana non legge nemmeno un libro l’anno.
Per tal motivo la casa editrice Franco Angeli ha lanciato una provocazione su Linkedin, chiedendo ai propri fan, fascia di target molto alta, quali siano i libri preferiti da portarsi in vacanza.
Le risposte sono state tra le più variegate: da Furore di John Steinbeck a Le notti bianche di Dostoevskij, da Il Maestro e Margherita di Bulgakov a La schiuma dei giorni di Boris Vian, da Calvino e Buzzati a Baricco e Ammanniti, e c’è perfino il Decameron (“fantastico capolavoro di storytelling“).
Tra i titoli che fanno maggiormente riflettere, emerge “Solo bagaglio a mano”, il libro del giornalista Romagnoli, che è un invito ad abbandonare il superfluo, cercando di comprendere cosa sia davvero importante ed essenziale.
I consigli su libri e letture dei manager, sebbene vi siano pochi titoli di autori “al femminile”, rispecchiano l’analisi compiuta dal magazine “The spectator” basata sulle “perfette” letture estive, che secondo la scrittrice Emily Rhodes dovrebbero essere un giusto mix fra i bestseller del momento, i grandi classici che vale la pena rileggere e quei romanzi che trattano della destinazione verso cui si è diretti.
