L’ex team di Mozilla svela “Sense”, un security hub intelligente per la Smart Home

Sono sempre di più i device collegati fra loro, di conseguenza vi è una grande diffusione di reti multidevice, strutture cardine dell’Intenet of Things. Da questa iperconnettività, delle persone ma anche e soprattutto dei dispositivi, si diffondono negli utenti sempre maggiori preoccupazioni relative alla sicurezza e alla riservatezza.  I device intelligenti immagazzinano continuamente dati, ci ascoltano e ci osservano, tracciano ogni movimento che effettuiamo all’interno della nostra casa intelligente, catalogando dati all’interno delle più svariate piattaforme cloud.

A tal proposito l’azienda Silk Labs, di cui uno dei fondatori è Andreas Gal, ex CTO di Mozilla, sta lanciando “Sense”, un dispositivo intelligente che va a mediare con i componenti di una rete di dispositivi domestici, incrementando sicurezza, riservatezza e efficientamento delle attività di Rete, avvicinando maggiormente la tecnologia ai bisogni dell’utente. “Sense” è un sensore smart home che va ad interoperare con i device connessi a livello domestico e adatta i loro funzionamenti ai bisogni dell’utente, imparando nel corso del tempo quali sono le nostre abitudini osservando i nostri modelli di comportamento.

Sense” è un security hub che funziona come una sorta di cervello digitale, e agisce nell’ordine, ad esempio: accendendo e spegnendo le luci, variando i livelli del termostato, regolando il volume della musica e molto altro ancora. Ma cosa differenzia questo device da tutti gll altri smart home hubs presenti nel mercato? Ciò che rende “Sense” unico è che agisce per conto nostro, attreverso lo sviluppo di una sorta di intelligenza artificale, mediante la comprensione delle persone in casa e delle loro esigenze specifiche. “Sense” in un certo senso riesce ad apprendere ed imparare. Le funzioni mediante il quale agisce “Sense” potrebbero essere programmate per mezzo di una companion app, ma ciò che invece rivoluziona il concetto alla base degli smart hubs, è che “Sense” osserva il comportamento dei suoi utenti ed agisce di conseguenza.

Ad esempio, utilizzando un sistema di riconoscimento facciale che identifica il nostro ingresso nella casa, il sistema accende le luci per noi, imposta il termostato in base alla temperatura che desideriamo abitualmente e  attiva la nostra traccia preferita nel nostro stereo.

Sense” con la consapevolezza che ci sta osservando, può definire quando allertarci per segnalarci qualsiasi anomalia. A differenza di una comune camera che registra automaticamente ogni qualvota che si avvicenda un movimento nel frame, "Sense" è in grado di dirci quando c’è realmente un problema garantendo con un avviso e definendo l’alert in maniera accurata e senza falsi allarmi.

Attualmente “Sense” è compatibile con diversi dispositivi, tra cui luci Philips Hue e LIFX, termostati Nest e Sonos, e molte altre integrazioni sono in arrivo. Per il riconoscimento facciale il dispositivo utilizza la computer vision e per la prossimità il Bluetooth LE. Ogni utente può interagire con “Sense” mediante la voce, i gesti e la propria app.

Come specifica Andreas Gal, l’azienda ha impacchettato le tecnologie smartphone esistenti e le ha implementate in un nuovo guscio, nel caso di “Sense”, in un supporto di legno con un sottile pezzo di vetro curvato nella parte frontale che nasconde il rilevatore, l’occhio intelligente del dispositivo. Il team di sviluppo che si sta focalizzando fortemente sul miglioramento continuo del software, include i co-fondatori Chris Jones e Michael Vines, ed altri che vantano esperienza professionali presso Qualcomm, Kyocera, GE, Microsoft, Yahoo, HTC, etc.

Il dispositivo in sé è più di una dimostrazione dei potenziali del software, il successo a lungo termine deriva dalla capacità di diffondere il dispositivo in licenza ad altri produttori hardware e a produttori OEM in modo che lo utilizzino nei propri prodotti.

Sostiene Gal: “credo che nel settore dell’Internet of Things attualmente siamo allo stesso livello in cui eravamo con gli smartphone 15 anni fa, la parte hardware è fatta, migliaia di aziende posso creare la parte hardware, ma è il software che è complesso. Noi seguendo la strada dell’affinamento del software vogliamo efficientare la costruzione dei dispositivi intelligenti”.

Oggi, i dispositivi IoT appaiono molto semplicistici. Una Dropcam, ad esempio, può rilevare un movimento ma attualmente non può comrpendere cosa sta succedendo. La gente vuole comprendere se la propria casa è al sicuro, Dropcam da solo non ce lo può dire. “Sense” tuttavia è in grado di favorire ciò, non registra e basta, ma bensì riconosce. Riconosce le diverse persone presenti in casa, si attiva mediante un’app che ci chiede “chi è quella persona?”, inviandoci una foto che possiamo consultare. Inoltre può rilevare le differenze tra un uomo ed una animale. Ed è in grando di riconoscere le nostre abitudini.

Un elemento importante è dedicato al modo in cui questo sistema immagazzina le nostre informazioni. Tutti gli apprendimenti della macchina, le computazioni ed i dati processati sono immagazzinati dentro il dispositivo stesso, non nel cloud. I risultati di questo processo, per esempio un video di un intruso, vengono spediti ai servizi cloud in modalità criptata, la chiave per decriptare il file è all’interno del device, il che significa che anche se sono stati violati i server di "Sense", i malintenzionato non può avere accesso ai nostri dati personali.

“Nell’Internet of Things i dati vengono immagazzinati e dirottati fuori dalla nostra casa”, Gal afferma, “stiamo cercando di cambiare questa tendenza”. Col suo team vuole costruire una versione dell’IoT dove il consumatore trova molta più chiarezza su cosa sta succedendo ai propri dati.

Per il device è stata lanciata in questi giorni una campagna su Kickstarter, dove chi vuole lo può preordinare a 225$. “Sense” sarà in commercio verso la fine di quest’anno.

Silk Labs è composto da un team di 13 persone con base a San Mateo e conta su un sostegno di 2,5 milioni di indotto da Harrison Metal più altri fondi addizionali da 500 Startups, Qihoo/Lab 360, Sparkland Capital, Ming Li, Timothy Lee, and Joshua Schachter. Fra i consulenti di Silk Labs vi sono inclusi Brendan Eich, co-fondatore di Mozilla, e Bob Ishida, ex vice-amministratore delegato di Sony Mobile.

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