L’industria e il digitale: facciamo parlare le macchine

Le nuove tecnologie e soprattutto la rivoluzione digitale invadono l’azienda contemporanea. Nell’ambito IT le contaminazioni digitali, sono sempre più pervasive, stiamo assistendo a quella che in molti definiscono con il termine Digital Disruption. Un cambiamento radicale coinvolge tutti i livelli della società, dalla PA, al cittadino, alle imprese. Qualunque settore, che sia la finanzia o l’industria, qualsiasi realtà aziendale viene contaminata su più livelli con l’internet esteso al mondo degli oggetti (IoT), la cultura di Rete e la rivoluzione digitale.

L’ultima in ordine di tempo che coglie questa rivoluzione è General Electric, la applica però in modo pionieristico, andando a trasformare il proprio approccio industriale. Da sempre GE è un gruppo impegnato nell’industria e nella finanza e, oggi, ha annunciato che attuerà una trasformazione verso l’industria ed il digitale. General Electric dunque si apre alla digital disruption, si lascia contaminare dal digitale e dalle tecnologie web non tanto dunque applicate agli oggetti, spesso domestici, laddove l’IoT si lega alla Smart Home e alla Domotica, ma bensì legata alle macchine e all’industria.

L’intento è quello di far interagire fra loro i mezzi pesanti, come aerei e locomotive ad esempio, far comunicare fra loro queste macchine, facendo dunque, da traino ad una nuova trasformazione economica e industriale.

In tale ambito si parla di Internet industriale, un mercato che, attualmente, viene stimato con un valore nel mondo di 30 miliardi. Si propizia, dunque, un nuovo livello di estensione della Rete che si instaura oltre l’Internet delle cose e l’Internet dei consumi.

Seguendo questa prerogativa la General Electric sta sviluppando in-home un software proprietario dedicato all’industria digitale, l’obiettivo è quello di divenire entro 5 anni un gruppo industriale 4.0 a tutti gli effetti.

L’idea alla base che vuole rivoluzionare il mondo della comunicazione fra macchine è quella di sfruttare la grande mole di dati che vengono generati dalle tecnologie digitali, ed interpretarli secondo nuovi modelli. Seguendo, dunque, nuove modalità di interpretazione delle istanze informative che da esse scaturiscono,  oggi tanto più complesse quando preziose ed esaustive rispetto al passato. A farla da padrone parole chiave già ricorrenti, come cloud e big data, applicati però all’ambito industriale.

In questo modo si può usare gli insight rilevati nel web, aggregando milioni di dati in modo più avanzato, al fine di rendere una nuova comunicazione fra macchine, rendendole più produttive ed efficienti. Si possono ridurre i consumi, capire i “comportamenti”, migliorare l’energia. Tali applicazioni possono competere oltre al settore trasporti, anche a moltissimi altri ambiti, pensiamo alla sanità, alle macchine ospedaliere e alla diagnostica; pensiamo alle estrazioni in ambito oil & gas. Un grande mercato sulla quale l’industria digitale può avere una grande espansione riguarda proprio il settore energetico.

La General Electric guardando al futuro, seguendo già oggi quelli che saranno i trend di domani (non molti lo fanno e lo sanno fare), ha aperto a Parigi una sede dedicata allo sviluppo e alla realizzazione della propria piattaforma digitale. L’Europa viene ritenuta dunque come terra sulla quale sviluppare questa nuova dimensione strategico-operativa. Il nuovo polo europeo, dunque, si aggiunge al polo di ricerca avanzata di General Electric situato a San Ramon in California.

Sembra dunque che per GE fosse opportuno non solo aprirsi al digitale, ma farlo diventare parte integrante del proprio core business, pietra sacrificale è stata la finanza (ridotta al 10%). Il messaggio è forte e chiaro: per innovare non si può prescindere dal digitale, anche nell’industria, i bit la faranno da padrone, saranno parte costituente degli apparati industriali, la digital disruptive è più che mai presente ed estesa. 

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