L’innovazione tecnologica rende la sperimentazione in ambito sanitario più sostenibile

Da molti anni si sta cercando di sperimentare nel mondo della ricerca e dell’università la riproduzione di parti del corpo umano. Le nuove tecnologie e i sistemi elettronici potrebbero, quindi, favorire un nuovo metodo di sperimentazione che libererebbe l’incombenza degli interventi sugli animali, un tema spunto di controversie e dibattiti che potrebbe risolversi grazie all’innovazione.

Sembra che la chiave di volta oggi sia la recente scoperta del cuore digitale grazie ad una ricerca partita da Harvard, la più antica università degli States, fondata nel lontano 1636.

Su questi temi svariate ricerche sono state svolte negli anni e in più università, ma lo sviluppo del cuore elettronico è apparso sempre piuttosto complesso visti i modelli esistenti creati ed il dispendio dal punto di vista tecnologico e economico. Oggi invece sembra che molte di queste problematiche siano state risolte. Grazie anche alla stampa 3D che coadiuvata dall’utilizzo di alcuni sensori integrati permette di testare e attuare un processo di fabbricazione digitale completamente automatico.

Il lavoro pubblicato ad Harvard è stato condotto da una squadra di ricercatori capitanata dal Dr.Johan Ulrik Lind. La scoperta dalla elevata valenza scientifica potrebbe aprire alla sperimentazione tutta tecnologica. Con questo progetto è stato possibile stampare un cuore e dotarlo di microchip, ne è stato testato il funzionamento e l’applicabilità su larga scala. Un grande traguardo in cui la ricerca si fa virtuosa anche nel campo dell’informatica e dell’elettronica.

Lo studio, la ricerca e lo sviluppo di questo cuore digitale ha permesso il miglioramento dei sistemi microfisiologici (apparati in grado di riprodurre le funzioni di vari tessuti) alla quale il settore scientifico lavora da anni. Con questo modello si vuole registrare dati e mostrare gli effetti di qualunque input. Il cuore digitale permetterà di anticipare evidenze che richiederebbero anni di sperimentazione ed osservazione.  I modelli digitali sviluppati sono di altissimo livello e meno complicati nel loro funzionamento.

Stampare un cuore,  dotarlo di microchip e testarne il funzionamento oggi è possibile. Gli scienziati sostengono che l’utilizzo non sarà ancora immediato, ma in un futuro prossimo potremmo grazie a progetti come questo superare le metodiche di sperimentazione non sostenibili, mettere da parte il modello animale, andando oltre l’utilizzo delle cavie. Anche per questo “lo sviluppo del cuore su chip rappresenta un’inversione di tendenza a dir poco eccezionale”.

Anche la tecnologia della stampa 3D che in questo progetto ha un ruolo da protagonista grazie a questi sviluppi si propone con dei margini di espansione importanti, d’altronde una frase emblematica diceva così: “l’unico modo per capire il futuro della stampa 3D è capire il futuro delle biotecnologie”,  ed in questo caso abbiamo una bella risposta concreta.

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