La pandemia ma soprattutto i fondi provenienti dall’Europa dal Next Generation EU (circa 200 miliardi di euro) hanno fatto risvegliare gli appetiti e tutti ormai parlano di ricerca e innovazione tecnologica.
Per il nostro Paese è un’occasione unica, in quanto ci siamo sempre posizionati agli ultimi posti della classifica comunitaria per i finanziamenti alla ricerca, mentre per quanto riguarda l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) ci collochiamo al 20esimo posto tra i 27 Stati membri. In risalita rispetto al 25esimo posto dell’edizione precedente ma comunque una posizione molto bassa. Sul capitale umano è arrivata anche la bacchettata dell’UE sul quale «l’Italia è significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell’Ue» registrando «livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi».
Parlare di ricerca e innovazione tecnologica e contestualmente di una cospicua quota di liquidità è musica per molte orecchie che da anni desideravano ascoltarla ma che non arrivava mai in Italia.
Parlare di ricerca e innovazione tecnologica e contestualmente di una cospicua quota di liquidità è musica per molte orecchie che da anni desideravano ascoltarla ma che non arrivava mai in Italia.
In questi giorni si è in attesa delle pubblicazioni di bandi da parte non solo del MIUR ma anche di altre Pubbliche Amministrazioni centrali. La speranza è che siano dei bandi di visione innovativa che diano la possibilità a molte PMI e non, in collegamento con il mondo accademico, di presentare progetti sfidanti e che rispondano al concetto di ricerca e innovazione tecnologica.
Non v’è dubbio che vi sono delle convergenze di visione e finalità ma siamo preoccupati in quanto il nostro Paese ha parlato di settori, distretti ecc. invitando tutti a contenersi a presentare progetti che abbiano valenza nazionale, internazionale, ripetibili e nello stesso tempo che siano in grado di creare Start-Up innovative in grado di entrare sul mercato in maniera snella e sfidante.
Per fare ciò SI-IES e DIHV partono dal presupposto che per conseguire tutto ciò il punto critico risulta essere la scelta dei partner e di equipe multidisciplinari.
SI-IES si è anche soffermata sul ruolo degli Ordini Professionali, all’interno dei quali gli iscritti più vocati all’innovazione tecnologica possano essere direttamente incaricati di prestazioni di servizi.
SI-IES si è anche soffermata sul ruolo degli Ordini Professionali, all’interno dei quali gli iscritti più vocati all’innovazione tecnologica possano essere direttamente incaricati di prestazioni di servizi.